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giovedì 1 aprile 2021

FIRENZE



Palazzo Vecchio dice no a 677 cittadini residenti nell’Oltrarno.
Eclissi della giunta della ‘partecipazione’: il no al progetto Laboratorio Belvedere affidato a un funzionario amministrativo.
 
Né il sindaco né l’assessore competente (denominato ‘alla Partecipazione e alla Cittadinanza attiva’!) né l’assessore all’Urbanistica: nessun membro della giunta si è assunto la responsabilità di firmare il parere che clamorosamente nega a 677 residenti di Oltrarno il diritto a promuovere assieme al Comune di Firenze un dibattito pubblico sul destino della più delicata area Unesco, quella fra Pitti, Boboli, Belvedere e Costa San Giorgio. Una solida rappresentanza di un intero quartiere (ma con centinaia di firme tanti altri concittadini si sono uniti all’appello) manifesta di temere un assalto pluriennale di gru, camion e ruspe nel cuore fragile della collina, Belvedere, che alimenta le sorgenti di Boboli. Una gigantesca ristrutturazione edilizia che rischia di pregiudicarne - il direttore Eike Schmidt docet - il delicato equilibrio idrico, fondamentale per la conservazione di uno dei prototipi del ‘giardino all’italiana’. Ma anche lo scenario di fine-cantiere desta indignazione, con quell’ingente quota di destinazione turistico-ricettiva in due ex conventi (300 posti letto aggiuntivi per un ennesimo albergo di lusso) che la variante adottata accorda al nuovo facoltoso proprietario argentino. Una prospettiva che non potrà non intaccare la cifra ambientale di quei luoghi, stravolgendo la delicata viabilità che li serve.



Adesso Palazzo Vecchio dovrà spiegare alla Regione Toscana perché mai non intende avvalersi di un percorso di dibattito e trasparenza, voluto e normato da Palazzo Strozzi Sacrati, che invece adotta per altri interventi. Forse non è gradito che la partecipazione sia richiesta dalla popolazione piuttosto che essere paracadutata dall’alto? E che fine ha fatto il “bazooka” urbanistico promesso un anno fa dalla giunta? Niente studentati di lusso o albergoni - si leggeva sotto i primi colpi della pandemia - ma alta formazione, housing sociale, startuppers, aziende innovative e artigianato. Anche i progetti già avviati di mega resort come Costa San Giorgio dovranno cambiare pelle”. È ciò che persegue appunto il processo partecipativo Laboratorio Belvedere, sottoscritto da centinaia di residenti con nome, cognome e dati personali, e accolto dalla Regione Toscana, che l’ha già dotato di una previsione di finanziamento adeguata. Sarebbe paradossale che a ostacolare l’uso di uno strumento di ‘democrazia aumentata’ fosse proprio l’ente più prossimo ai cittadini. Un fatto è certo: la variante urbanistica è ancora tutta da approvare, e bene ha fatto l’Autorità regionale per la partecipazione ad accogliere il progetto sottoscritto dai residenti. Suonano quindi come una forzatura le conclusioni del parere trasmesso dal Segretario Generale del Comune di Firenze Giuseppe Ascione in Regione: Non si ritiene possibile, nell’attuale fase del procedimento, sospendere e rinviare ancora le decisioni che doverosamente l’Amministrazione comunale deve assumere in ragione del rilevante interesse pubblico connesso all’utilizzazione di una proprietà privata. Fa sorridere, poi, la pretesa che l’avvenuta presentazione di uno (sparuto) gruppo di osservazioni, come quelle di Idra, conferisca una patente di iter partecipativo al procedimento comunale: È assai significativo che proprio l’Associazione Idra è tra i soggetti che hanno presentato osservazioni alla variante adottata, fatto che si pone in contrasto stridente con il dichiarato presupposto del progetto (…). Lo svolgimento di una ulteriore [sic!] fase di partecipazione risulta incompatibile con le esigenze di corretto svolgimento del procedimento in corso. Forse si confonde il procedimento amministrativo (che accorda ai cittadini la sola facoltà di formulare privatamente osservazioni scritte, qui comunque compresso in trenta giorni estivi e in pandemia, senza una sola comunicazione stampa dei termini per la consegna) con quello partecipativo, che la Regione ha voluto istituire come valore aggiunto, mettendo a disposizione dei cittadini ben sei mesi di confronto, dotandoli di spazi per informarsi, opportunità di dibattito e risorse pubbliche.



In attesa che l’Autorità regionale illustri al Comune di Firenze le buone ragioni per le quali ha ritenuto di dover accogliere la richiesta di processo partecipativo avanzata dall’Oltrarno, e con l’auspicio che presso il governo cittadino si dia corso a un ragionevole ripensamento, Idra trasmette oggi al presidente del Consiglio comunale e ai gruppi consiliari la richiesta di adottare una opportuna iniziativa atta a correggere la forma e la sostanza del parere emesso il 26 marzo scorso, a firma del Segretario Generale, da Palazzo Vecchio. Delegare una valutazione politica (i processi partecipativi sono infatti un ampliamento degli spazi di dibattito democratico) a un funzionario amministrativo appare una contraddizione in termini. Dopo che sono trascorse senza evidenze di ascolto otto settimane di telefonate, lettere Pec, richieste di incontro, inviti indirizzati agli assessori Bettini e Del Re, e al sindaco Nardella, una simile delega suona fortemente irrispettosa nei confronti di una componente così numerosa e qualificata di cittadinanza attiva mobilitatasi costruttivamente per la tutela della qualità della vita e dell’ambiente, dei valori storici, architettonici e paesaggistici presenti nella pregiata area Unesco interessata dal progetto, per la ripresa e la resilienza della città così duramente colpita dalle conseguenze perduranti della pandemia Covid, per la formulazione di un modello di urbanistico e turistico sostenibile all’altezza delle nuove esigenze emergenti.
Associazione di volontariato Idra