Caro Angelo. sono figlia di un medico che conosceva bene il “Giuramento di Ippocrate”. Dopo la laurea e la specializzazione in
pneumologia (allora si chiamava tisiologia), andò a fare il medico condotto a
Paularo, un paese tra i monti della Carnia dove ho visto la luce in ogni senso.
Restò fermo nella memoria di tutti quelli che ha curato, pronto a raggiungere i
suoi malati nelle più sperdute malghe anche quando la neve era alta. Dopo la sua
morte quella luce si spense.
Giovanni Ioli
Tornai lassù solo una volta, molti anni dopo. Ho
cercato la casa dove abitavamo, ma non riuscivo a distinguerla. Sono entrata in
un’osteria e ho chiesto all’anziano barista se ricordava dove fosse. Appena
pronunciai quel nome - Giovanni Ioli - l’unico cliente del locale, appoggiato
al bancone, fece un salto e mi disse: “Come potrei dimenticarlo! mi ha salvato
la vita!” E cominciò raccontare... Così va il mondo! Noi moriamo come mosche, perché l’unica cura che potrebbe salvarci ha un
prezzo così alto che pochi possono affrontare. La terapia con anticorpi
monoclonali, per esempio, che, come è sfuggito dalle labbra di un virologo, ha
costi altissimi (mille euro a fiala)! Così è se vi pare. Giovanna Ioli