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domenica 25 aprile 2021

TIMIDI EROI
di Angelo Gaccione


Papi è un filosofo che ha sentito spesso la necessità e l’urgenza di misurarsi con la narrativa, come egli stesso mi ha di recente confermato. “La filosofia mi serve per comprendere una serie di fenomeni, però se mi trasferisco sul campo delle relazioni umane devo usare la letteratura, altrimenti l’oggetto mi respinge”. Ho trascritto questa confidenza di Fulvio Papi durante uno dei nostri assidui colloqui telefonici, ora che la pandemia ci vieta ogni contatto fisico. L’ho trascritta perché si sarebbe evaporata come succede sempre quando parliamo in maniera informale con qualcuno. Il pensiero di Papi mi dava la conferma di un postulato che ho sempre tenuto presente: “La filosofia per capire, la musica per sentire”; qui bastava sostituire musica con letteratura. E di letteratura si parlava perché avevo appena finito di leggere il suo recente Timidi eroi. Tre racconti di un’altra era, pubblicato dalle Edizioni Mimesis (pagg. 98, € 8,00).
Non sempre una disciplina che si è scelta come strumento di indagine è adatta a dissodare e a fecondare tutti i terreni. E così nel suo percorso di scrittura, le opere di questo filosofo teoretico “contaminate” dalla letteratura (in chiave critica, o in chiave apertamente creativa come sono questi tre racconti), hanno raggiunto un discreto numero. Gli anni in cui le vicende si snodano sono compresi nel biennio 1944-1945. Protagonista è Lelio, adolescente milanese costretto, come tanti giovani di altre famiglie, a sfollare altrove, per sfuggire ai bombardamenti che devastano la città. 


Papi a destra con Giorgio Bocca
durante un dibattito

Lelio approderà a Stresa dove potrà, seppure nelle forme precarie imposte dal conflitto e dai rastrellamenti nazifascisti, frequentare il suo corso di studio assieme ad altri studenti della zona. Quella di Lelio è un’età difficile in cui tutte le incertezze, le timidezze, i primi sentimenti amorosi, gli slanci, il riserbo, le adesioni sentimentali e quelle politiche si sommano e prendono corpo, divenendo sempre meno evanescenti. È un io, il suo, che si va via via strutturando verso una personalità sempre più solida e consapevole, alimentato sia dalla situazione oggettiva che dal rapporto con le diverse componenti sociali delle sue frequentazioni. Il clima socialista e antifascista che si respira in famiglia, contribuirà, e non poco, alle sue simpatie verso la Resistenza partigiana.