La
situazione dell’immane strage da Coronavirus in India ci obbliga a un paio di
riflessioni. La prima è la seguente: più le megalopoli cresceranno in maniera
incontrollata, più lo spazio urbano diverrà un affollato termitaio umano, più
esse diventeranno vulnerabili ad ogni sorta di epidemia. Epidemie che, come ci
sta dimostrando la situazione indiana, si diffonderanno in maniera pervasiva e
incontrollata proprio in conseguenza di tali concentrazioni urbane. Le
città cresciute in maniera esagerata stanno già da anni pagando in termini di
inquinamento, di vivibilità e di malattie, il loro gigantismo. La
seconda riflessione riguarda l’India come potenza militare e nucleare. È divenuta
una delle grandi potenze globali militari facendo pagare un prezzo altissimo
alla sua popolazione. Si è dotata di armi di sterminio, ma ha lasciato vasti
strati della popolazione nella miseria, nell’indigenza, e nella malattia, come
la pandemia ha evidenziato. Ha riempito i suoi arsenali, ma non si è
preoccupata di procurarsi le bombole per l’ossigeno. Ha speso una quantità
enorme di ricchezza nazionale in armamenti, ma non ha badato ad un piano
pandemico. Una cecità criminale per un paese che ha quasi un miliardo e mezzo
di abitanti, un inquinamento spaventoso e condizioni igieniche disastrose. È una
grave ingiustizia che a bruciare nei roghi disseminati per le strade, non ci
sia un solo cadavere degli esponenti delle classi dirigenti. [A. G.]