ALTRE VOCI PER FIRENZE
Maratona oratoria civile
Ricevere messaggi come
questo è un piacere tale che non si può che tentare di condividerlo. Ed è
quello che ho provato a fare chiamando l’amico Elzeario Capecchi, preside di
frontiera dello Scientifico “Da Vinci” quando chi scrive era a sua volta prof.
di frontiera nell’omonimo ITI, a pochi tiri di schioppo in quel di Rifredi. Ho
chiesto al preside Capecchi, e ottenuto, che le riflessioni proposte -
particolarmente utili, mi sembra, quando si parla del grande assente, il mondo
dei giovani - possano entrare a far parte del dossier in cui
raccogliamo i contributi arrivati dai firmatari del Manifesto, e
dunque sono stato autorizzato a includere il suo nome e indirizzo, in chiaro,
fra i maratoneti. Ne ha ben diritto, del resto: era presente venerdì
scorso alla porta della Dogana, ma i mascheramenti a cui siamo costretti ci
hanno impedito di riconoscerci.
per Idra
Girolamo Dell’Olio
Maratona oratoria civile |
Maratona civile
Girolamo carissimo,
l’adesione e la collaborazione di personalità note per
onestà e competenza mi rafforzano nella convinzione della bontà e dell’importanza
della lotta intrapresa per la difesa della collina sovrastante Pitti e il Ponte
Vecchio. Mi affido alle loro ragioni e le faccio mie. Aggiungo soltanto
brevemente quelle più vicine alla mia vita e al mio lavoro. Abito in Oltrarno,
e così anche figlia e nipoti, e conosco i pericoli che la zona corre in questi
anni. Il quartiere è infatti, com’è noto, sotto i colpi dell’impoverimento di
abitazioni e di attività, e non riesce nemmeno a difendere la basilica di Santo
Spirito dagli affronti della ignoranza e dell’indifferenza. La questione della
ex Caserma Vittorio Veneto è dunque occasione preziosa per noi (e per i fiorentini!)
per avere una consapevolezza più profonda e più ampia di quella del “semplice”
fastidio per i rumori e per lo sporco nella contrada e nei pressi della porta
di casa.
Maratona civile |
Basilica di Santo Spirito |
Non ho visto molti giovani alla Maratona di Palazzo Vecchio, eppure anche e soprattutto della loro consapevolezza e partecipazione abbiamo bisogno. Non è facile appassionarli, anche perché trovano motivo di separatezza nella distanza delle istituzioni, nella politica praticata per ottenere successo personale e non come servizio, quando non nella mala gestione delle Amministrazioni del patrimonio loro affidato. Eppure è necessario coinvolgerli: una città ridotta alla monocultura del turismo è una città morta; Firenze non sarà città viva se manca l’amore premuroso dovuto anche da parte dei giovani alla casa comune.
Con la gratitudine per quello che fai e farai per Firenze, sono il tuo
Elzeario.