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sabato 12 giugno 2021

CHE PAZZO MONDO!
di Paolo Vincenti

 
In Provincia di Verona, Santa Maria di Zevio, due ragazzini minorenni per divertirsi danno fuoco ad un clochard che viveva dentro la sua macchina. Ahmed Fdil, 64 anni, di origini marocchine, muore così carbonizzato e i due ragazzini, stanati dalle forze dell’ordine, si giustificano dicendo che volevano solo divertirsi.
In una cittadina in provincia di Forlì, Meldola, un anziano genitore ammazza la figlia disabile e poi si spara. Con lucida determinazione, l’uomo ha trascinato in garage la figlia, 44 anni, cerebrolesa dalla nascita, e l’ha freddata con un colpo alla testa. Dopo, si è fatto fuori. Forse alle origini del tragico gesto l’insofferenza del padre, dopo una vita di sacrifici e, si ipotizza, il fatto di non riuscire più a sostenere i costi dell’assistenza della figlia; o forse la terribile solitudine di chi si sente abbandonato dallo Stato, persino in regioni, come l’Emilia Romagna, dove la Sanità viene considerata virtuosa. A Firenze, una bambina di soli quindici mesi viene presa a calci e pugni dal padre, un balordo albanese, tornato a casa ubriaco. Alla bimba, ricoverata presso l’Ospedale Meyer, sono state trovate due costole rotte e una grave lesione al timpano.
Sono all’ordine del giorno, ormai da tanto, scene di genitori che picchiano gli insegnanti rei di aver redarguito i figli o di aver messo un brutto voto o una nota. Nemmeno lontanamente li sfiora il sospetto che le cause della pessima riuscita dei figli siano attribuibili alla loro mancanza di educazione, perché ciò porterebbe i genitori a mettere sé stessi in discussione e questo è un ostacolo da rimuovere nel cammino della più sconsiderata, criminogena e barbara crescita dei loro figli debosciati. Genitori smidollati che si presentano a scuola negli orari più disparati, chiedono con prepotenza di poter incontrare il docente e gli assestano un gancio o lo riempiono di botte, lasciandolo agonizzante sul pavimento della sala professori. Genitori che si azzuffano alle partite di calcio dei ragazzini o pestano l’allenatore perché non fa giocare il figlio o preferisce un altro al loro rampollo. Genitori che scaricano sui figli le proprie ansie, che proiettano su di loro le proprie ambizioni, aspirazioni mancate, rendendo ancora più fragile il già precario equilibrio dei piccoli bulli. Che pazzo mondo!