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domenica 13 giugno 2021

IN DIFESA DI FIRENZE



Il contributo di Piero Gensini e Oliva Rucellai
 
Parlare della Costa San Giorgio mi fa tornare addietro di molti anni, rivedere la mia infanzia e la prima gioventù, questo perché sono nato in via Belvedere come del resto tutti i miei antenati fin dall’Ottocento. Lontani ricordi ma indelebili. Ricordo i soldati a cavallo che salivano da San Niccolò su per Via Belvedere verso il Forte con un enorme polverone (la via era sterrata), il percorrere per mano a mio padre la stupenda Via S. Leonardo sfiorando lo studio Rosai, nel silenzio più assoluto accompagnati dal rumore della natura e dei nostri passi su quelle pietre che erano un romantico segnale identitario della mia città.
Spesso mio padre mi portava alla Costa San Giorgio, dove in angolo con Costa Scarpuccia, aveva un suo grande amico, il barbiere proprio di fronte alla caserma di Sanità; lì c'era un terrazzino dove teneva delle sedie per gli amici. Oppure mi portava verso Piazza S. Felicita e al ponte Vecchio e ricordo chiaramente le macerie di Borgo S. Iacopo e di Via de’ Bardi fatte saltare dai Tedeschi.
Mio padre mi raccontava delle storie di quel quartiere e della bella gente (anche se povera) che ci abitava, della solidarietà che vi regnava.
Era gente molto dignitosa, schietta e coraggiosa, mio nonno gli aveva raccontato che dalla Costa San Giorgio erano partiti volontari 5 o 6 Garibaldini. Per me è importante che la città mantenga la sua identità che la rende viva e unica, con i suoi abitanti, con le sue strade lastricate, con i suoi silenziosi vicoli, con le sue imponenti architetture, con le sue opere d'arte nel museo all'aperto. Questa città è stata pensata da grandi personaggi illuminati, col lavoro di illustri artisti e architetti e dalle virtuose mani dei suoi artigiani.
Conservare, recuperare è avere grande rispetto per il patrimonio che abbiamo ereditato e che è nostro dovere primario tramandarlo alle nuove generazioni.
Monito esemplare è stato dato da Anna Maria de’ Medici con “Il patto di famiglia” del 1737 che volle lasciare, lottando e difendendo con tenacia, l'enorme patrimonio artistico/architettonico ai cittadini di Firenze, sancendo la sua fruibilità.
Piero Gensini
scultore


 
 
Vorrei portare una testimonianza personale, da cittadina, al di là delle mie competenze di storica dell’arte. Sono di origine fiorentina, ma nata e cresciuta a Milano. Una volta trasferita a Firenze, ai tempi dell’Università quello che allora come oggi più mi ha colpito e conquistato di questa città è stata proprio Costa San Giorgio, ovvero una libertà che a me, milanese, abituata a una città dove la campagna non si vede, pareva meravigliosa.
La libertà di passare in dieci minuti a piedi dal centro più antico della città, dal Ponte Vecchio, affollato e rumoroso, a una dimensione di vera campagna, al silenzio, al verde, all’aria delle colline.
E il passaggio che consentiva a chiunque questo cambio, quasi magico, di dimensione - dalla città alla campagna - senza mezzi di trasporto, era ed è proprio Costa San Giorgio. Per questo chiedo a chi ha il potere di decidere di riconsiderare e dedicare doppia e tripla attenzione a questo progetto, per non sciupare qualcosa che ha solo Firenze, che la rende unica e a misura d’uomo come nessun’altra città. Sono consapevole di quanto sia difficile trovare una nuova destinazione a un complesso storico come questo. Ma credo che si possa almeno cercare un’alternativa, che consenta la tutela e la sostenibilità senza necessariamente imbalsamare tutto. Cerchiamo un equilibrio vero tra i valori culturali e paesaggistici e le esigenze economiche, ma non cediamo alla soluzione più facile.
Oliva Rucellai
storica dell’arte