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mercoledì 23 giugno 2021

PER FIRENZE

 
Caro Gaccione,
Ecco il contributo della prof. Weaver. È nella forma originale di scambio epistolare ma facilmente editabile come contributo singolo da parte della Weaver, naturalmente omettendo la mia lettera.
Cordialmente,
Romano Rinaldi [22 giugno 2021]



Cara Elissa,
Ricorderai l’articolo che ho recentemente scritto su Firenze per Odissea, di cui ti allego una copia (adattata per uso personale). Il mio articolo fa parte di una “maratona oratoria” che una libera associazione di cittadini (Idra) sta raccogliendo per evitare lo scempio che incombe su questo unico e superstite lembo della Città, da pochi conosciuto ma di grande pregio storico-artistico. Questa iniziativa è menzionata nel collegamento all’ultimo articolo apparso su Odissea oggi, che ti invio qui sotto.
Date le tue frequenti e proficue frequentazioni della Città di Firenze, ti chiederei di contribuire con una breve memoria a questa iniziativa e magari diffonderla presso qualche Istituzione Americana che nutre interessi per la salvaguardia del patrimonio storico-artistico e architettonico della Città.
Grazie, ciao,
(e il solito abbraccio virtuale, naturalmente!)
Romano [21 giugno 2021]
 
*

DA CHICAGO PER FIRENZE
di Elissa B. Weaver*
 

Nozze di Cana

Anch’io odio quello che hanno fatto del centro di Firenze e mi rattrista molto pensare che potrebbero dare ai turisti anche la Costa di San Giorgio. È una parte della città a cui sono molto affezionata, avendoci vissuto per un anno in una bella casa sopra Boboli. Inoltre ho scritto molto sul monastero francescano di SS. Girolamo e Francesco (chiamato anche San Girolamo di San Giorgio), che anticamente di notte custodiva le chiavi della porta della città per il Duca. Nel Seicento ospitava una monaca drammaturga molto brava, Suor Maria Clemente Ruoti, che pubblicò nel 1637 una azione drammatica intitolata Giacob patriarca; scrisse anche vent'anni dopo un Natal di Cristo (inedito) e chissà quante altre opere ormai scomparse. Fu la prima donna e unica monaca socia (dal 1649) dell’Accademia degli Apatisti (che nel Settecento si unì all’Accademia fiorentina).
Nello stesso monastero, che aveva fama per la musica e dove andavano per il teatro le granduchesse, furono monache figlie di musicisti, compositori e drammaturghi fiorentini, per es. la figlia di Francesca Caccini, Maddalena Signorini Malaspina e la figlia di Gian Andrea Moniglia (il cui Podestà di Colognole aprì il Teatro della Pergola nel 1657).
Ho visitato anche l’altro monastero, San Giorgio dello Spirito Santo, guidata da un colonnello perché ospitava la Scuola di Sanità militare e dove ho visto un bellissimo affresco cinque-seicentesco di una scena biblica neo-testamentaria raffigurante “Le Nozze di Cana” di cui non sapevano dirmi l’autore. Ancora oggi conservo viva memoria dell’affresco che stava nel refettorio delle monache, che ha sullo sfondo, dipinto da una parte, un armadio pieno di utensili da cucina. Bello sarebbe poterne avere qualche buona immagine per discuterne l’attribuzione.
Tutto questo per dire che bisogna conservare questo patrimonio monastico (e la Costa di San Giorgio, e la via di San Leonardo), restaurando e mettendo al suo interno magari un museo che ricordasse le vite e l’arte delle monache fiorentine e riunisse un po’ delle tante opere d’arte che di lì provenivano e che sono sparse in tanti musei (qualcosa c’è all’Accademia) oppure creando un complesso come le Murate oggi, ma non portandoci su il brutto turismo che ha già mandato via i fiorentini e rovinato il centro. 


*Professor emerita of Italian Literature
The University of Chicago, Chicago, Illinois, USA