Conversazione con Ilde Denti in occasione della
realizzazione della sua collezione.
Odissea: A che età e dove hai iniziato a
esercitare il mestiere della sarta e come ti sei appassionata a un artigianato
così difficile, ma affascinante?
Denti: ho iniziato a esercitare il
mestiere della sarta a 22 anni, in una confezione per bambini, sita in Lecco
(Brunetta). Mi piaceva talmente tanto il mestiere intrapreso che per
completarmi, ho frequentato anche la scuola di taglio, per spostarmi su altri interessi
(Negris/uomo). Poi mi sono trasferita a Milano per la sua importanza e per la
sua attività che svolgeva: alta moda, prêt-à-porter
e
sfilate. La prima occasione èstata
presso la sartoria Luzzini in via Monte Napoleone.
Odissea: Puoi parlarci dei primi
laboratori e di come si è andato evolvendo il tuo “mestiere” divenuto una vera
e propria forma di creatività artistica dei tessuti?
Denti: Dopo ho avuto la fortuna di
lavorare nelle ditte prêt-à-porter, sempre
a Milano: ODA (uomo), Erre Uno, e per finire Prada. Nel 1998 ho lavorato per
uno stilista arabo: Malas. Ho concluso la mia attività di abiti di alta moda
con tessuti da sogno per le loro preziosità: ricami, pizzi, pajette e bustiè
ricamati a mano Swarovski.
Odissea: Chi sono stati i tuoi maestri,
puoi farci qualche nome di incontri divenuti indispensabili alla tua
formazione?
Denti: Nel mio excursus, ho avuto la
fortuna di essere indirizzata e guidata da bravi maestri che volevano
impreziosire il mio curriculum di capacità. Alcuni di essi però hanno cercato
di tapparmi le ali per non farmi volare.
Odissea: Il salto in quello che ora
viene chiamato “mondo della moda” deve esserti costato un lungo apprendistato.
Ti ricordi il primo modello che hai realizzato?
Denti: Il primo modello che ricordo riguardava un abito di alta moda, e nel suo prosieguo, oltre agli abiti di alta moda, c’erano
anche quelli da sposa.
Odissea: Questo bisogno di creare una
sorta di “collezione” di abiti tutti rigidamente al femminile, ad una età non
più giovane, da dove è arrivato? In effetti, a guardare queste tue magnifiche
realizzazioni, non si può non rimanere sedotti. Si presentano come tangibili
opere d’arte. C’è il fascino dell’antico, come per tutti i vestiti storici, e
c’è la bellezza delle forme e dei tessuti.
Denti: La collezione che ho
realizzato, mi è servita come antidoto alla clausura impostaci dal virus Covid-19.
Ho usato materiali di facile reperibilità, per non spendere una grossa cifra.
Odissea: Mi interesserebbe avere alcune
notizie storiche su questi abiti e sul tipo di tessuto. A chi ti sei ispirata e
da dove provengono fondamentalmente i materiali con cui realizzi il vestito?
Denti: Sono abiti che vanno dal 1800
al 1920 e i tessuti fanno solo il verso a quelli utilizzati nelle epoche che ho
preso in esame.
Odissea: Queste forme da te create sembrano
provenire da un’altra epoca, e proprio per questo ci catturano. Ci paiono un
involucro artistico per nascondere i corpi più che esibirli, come avviene oggi.
Quasi tutte le maison di moda e gli atelier fanno a gara ad esibire corpi
e forme di donne, più che a vestirli.
Denti: Più che imitazioni, sono delle
vere interpretazioni degli originali.
Odissea: Quanto c’è di vero in questo
aforisma: “Chi segue la moda passa di moda?”.
Denti: Mi pare un aforisma veritiero e
congruo al suo concetto.