Caro Angelo Emergo, da grandi malinconie per tanti amici scomparsi, tra lo scorso anno
e questo sono ben sei, ed è qualcosa che ti prende lo stomaco, che ti fa mancare
il respiro, ti piomba addosso una solitudine interiore. A completare il
tutto anche Gino Strada in un certo senso il faro della mia vita,
colui che ha fatto con Emergency un capolavoro di umanità, in prima linea
sempre con il suo stupendo staff, risolvendo bisogni umanitari
semplicemente facendo fatti, curando ferite, mettendo protesi a chi saltava
sulle maledette mine antiuomo, purtroppo una specialità italiana, che non si
chiama pizza o altro della nostra straordinaria cucina italiana, ma vera macelleria
di bambini e uomini. Ha fatto più fatti lui che cento Ministri della Sanità,
costruito ospedali di qualità nei luoghi più bisognosi, che si chiamassero
Afganistan, piuttosto che Uganda, di grande eccellenza, su progetto di Renzo
Piano e in altri Paesi dove Emergency ovunque fosse, realizzava il
giuramento di Ippocrate con grande professionalità e senza discriminazione
alcuna. Sono una sostenitrice di Emergency potrei dire da sempre, continuerò ad esserlo, poiché ne
condivido i principi e ammiro i volontari, ma certamente ci mancherà il
Capitano, colui che sarebbe andato tra le gambe del diavolo pur di salvare
una vita. Una vita come la sua certamente è anche logorante, si vedeva che non stava
del tutto bene, si era proposto anche di risolvere i problemi pandemici del
nostro sud Italia con una irruenza tutta sua pur di arrivare al traguardo della
risoluzione. A 73 anni ci ha improvvisamente lasciati, lui del 1948 io del 1940
avrei dovuto essere io al suo posto. Gino Strada non ti potrò mai dimenticare… ma continuerò a credere in Emergency
la tua splendida creatura. Con tanto affetto ovunque tu sia. Wilma Minotti Cerini