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lunedì 11 ottobre 2021

LA CALABRIA MIGLIORE
di Claudio Pozzi

 
Monsignor Bregantini, la Locride e Mimmo Lucano. 
 
La condanna di Mimmo Lucano e la presa di posizione in suo favore, tra molti altri, di Mons. G.M. Bregantini, che emise un comunicato in suo favore quando fu arrestato - nell’ottobre del 2018 - e testimoniò in sua difesa al processo Xenia il 29 marzo 2021, mi hanno fatto ricordare il periodo in cui l’Associazione Internazionale Joe Petrosino di Padula - della quale sono stato presidente dal 2002 al 2011 e ne sono socio tuttora - prese contatti col Vescovo di Locri-Gerace per conferirgli il Premio Internazionale Joe Petrosino, riconoscimento che viene assegnato ogni anno a coloro che si sono particolarmente distinti nella lotta contro le mafie.
Originariamente lo statuto dell’associazione prevedeva che il premio venisse conferito esclusivamente a magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine; successivamente, quando divenni presidente, feci ampliare i destinatari anche a esponenti della società civile impegnati nel contrasto alla criminalità organizzata e così, nel corso delle varie edizioni, oltre a rappresentanti delle istituzioni, abbiamo premiato Mons. Bregantini, i ragazzi di “E adesso ammazzateci tutti” e quelli di “Addiopizzo”, alcuni giornalisti tra i quali Rosaria Capacchione, Paolo Borrometi, Sandro Ruotolo e Federica Angeli, i sacerdoti Luigi Ciotti e Maurizio Patriciello, il Gruppo Cooperativo Goel, le donne sindaco di tre comuni calabresi: Rosarno, Monasterace e Isola di Capo Rizzuto. Abbiamo premiato, inoltre, alcuni testimoni di giustizia e, alla memoria, Peppino Impastato e don Pino Puglisi.
La nostra attenzione verso la Locride e, in generale, verso la Calabria si fece più pressante quando, il 16 ottobre del 2005, a Locri, fu assassinato Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, e questo episodio provocò una vasta mobilitazione dei giovani che sfilarono in corteo recando uno striscione con scritto “E adesso ammazzateci tutti”, frase che poi dette il nome al loro movimento.



Scoprimmo così che in quella zona era molto impegnato contro la ‘ndrangheta il Vescovo di Locri-Gerace che, tra l’altro, il 31 marzo 2006, aveva lanciato una scomunica contro «coloro che fanno abortire la vita dei nostri giovani, uccidendo e sparando, e delle nostre terre, avvelenando i nostri campi». Aveva, inoltre, supportato l’impegno dei giovani costituitisi in cooperative facenti capo al Gruppo Goel e poi quello dei ragazzi di “E adesso ammazzateci tutti”. Tutte iniziative che miravano a liberare i giovani dalle grinfie della ‘ndrangheta. Per questo suo impegno contro la criminalità aveva subìto ripetute minacce e intimidazioni che erano iniziate sin dal giorno del suo insediamento (maggio 1994) quando fu rinvenuta una finta bomba vicino al palco dal quale avrebbe parlato da lì a poco.
Quando il Gruppo Cooperativo Goel, a seguito dei numerosi attentati subiti, indisse una giornata di mobilitazione nazionale a Locri il 1° marzo 2008 per costituire una grande Alleanza per la Giustizia e la Pace in Calabria alla quale aderirono esponenti della società civile e della Chiesa, nonché molte confessioni cristiane, gran parte del movimento cooperativo, sindacati di alcune regioni, movimenti, associazioni e tante persone di buona volontà, anche noi, come Associazione Internazionale Joe Petrosino di Padula aderimmo al loro appello inviando un comunicato e recandoci a Locri alla loro manifestazione. Tornando a Mimmo Lucano e a Mons. Bregantini, quando questi testimoniò in suo favore disse: «Ho accompagnato Mimmo Lucano e l’ho incoraggiato, gli ho dato consigli e sostegni. Ho visto la positività della sua esperienza e il consenso attorno a lui in paese. Con grande premura ho mobilitato la comunità diocesana e accompagnato Lucano attraverso diverse fasi. I migranti non sono solo da assistere ma da consapevolizzare e sono energia vitale per il paese».
Personalmente non ho le competenze né ho letto gli atti per giudicare se sia stata giusta, a livello giuridico, la sentenza di condanna di Mimmo Lucano ma, considerando gli attestati di solidarietà ricevuti dal sindaco da numerose personalità e, in particolare, da Mons. Bregantini, che ho personalmente conosciuto e verso il quale nutro profonda stima e ammirazione per il suo coraggio nell’avversare la criminalità e la sua dedizione al popolo calabrese, anche io esprimo la mia più completa solidarietà al sindaco di Riace e mi auguro che nei prossimi gradi di giudizio venga completamente assolto.