Musica e ambulanze. Faceva un
certo effetto ieri sabato 2 ottobre trovarsi nella chiesetta di San Carlo al
Lazzaretto, in Largo fra’ Paolo Bellintani, essere immersi nella musica barocca
del francese Michel Blavet e dei boemi František Benda e Carl Stamic riprodotta
dai flauti di Francesco Paoletti, Marco Frigo, Andrea Zago Zuccoli e dal
clavicembalo di Eleonora Marenzoni, e sentire il lamento delle ambulanze che
transitavano per il Viale Tunisia o lungo la via Lazzaro Palazzi. Un tempo lontano
da queste parti si sarebbero sentiti i rumori dei carretti e le grida dei monatti
che portavano gli appestati al Lazzaretto. C’è tuttora in questa zona di Porta
Venezia una via Lazzaretto che lo ricorda. E, curiosamente, ci sono un paio di
vie che col nome hanno una certa assonanza: sia Palazzi che Spallanzani si
chiamavano entrambi Lazzaro. Ma se noi all’interno del perimetro ottagonale
della chiesa eravamo ben distanziati e protetti dalle mascherine, lo stesso non
si poteva dire lungo le vie intorno dove, beatamente indifferenti, i tantissimi
locali multietnici, traboccavano di avventori di ogni età, che bevevano e
cenavano senza protezione e per nulla distanziati. Forse è un’esigenza più
forte di ogni rigido regolamento governativo e statuale, quello degli esseri
umani di ricorrere, ad un certo punto, ad una sorta di irresponsabilità sociale,
per far fronte allo spettro delle epidemie e della morte per esorcizzarle e non temerle più.
Dagli accenni introduttivi del
maestro Giovanni Battista Columbro – ideatore e coordinatore di questa rassegna
dal titolo “Allievi e Maestri in Concerto” giunta alla III edizione – abbiamo appreso
che tra il Sei e Settecento non c’era corte europea (da Vienna a Pietroburgo)
che non richiamasse in prevalenza musicisti boemi e italiani. Gli italiani
risultavano spesso i più numerosi, portando il talento musicale italiano nei
luoghi più prestigiosi e influenti.
G. B. Columbro
È un’ottima idea questa di
permettere a giovani allievi di suonare in rassegne dove si esibiscono anche i
loro maestri. Gli si offre una “vetrina” pubblica e una preziosa opportunità.
Ascoltando il primo gruppo di ieri, possiamo dire che si sono tutti ben
comportati, e la timidezza non ha oscurato il talento di ciascuno che il
pubblico ha apprezzato col suo applauso. Il ciclo è stato organizzato in
collaborazione con l’Associazione Omaggio al Clavicembalo e sabato prossimo (9
ottobre) gli autori proposti vanno da Leonardo Vinci a Frescobaldi, a Barsanti
a Scipriani a Corelli. Questa volta al flauto traversiere di Columbro si
aggiungeranno il violoncello barocco, la tiorba, e, naturalmente, il
clavicembalo.