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venerdì 19 novembre 2021

RICORDI DI FABBRICA
di Michele Michelino


Una storia vera. Il merlo comunista.



Un giorno alcuni operai della Breda Fucine dopo la pausa di mensa mentre tornano al reparto per continuare il lavoro trovarono un piccolo merlo denutrito e con un'ala spezzata. Lo raccolsero, lo curano, ma non riusciva più a volare, e gli costruirono una gabbietta per accudirlo. Non potendo tenerlo in fabbrica fra rumore, fumi e polvere d'amianto, lo regalarono a un ristoratore vicino alla fabbrica amante degli animali, nella cui trattoria spesso ci si fermava, prima o dopo il lavoro, per gustare un Bianchino, un caffè o un aperitivo. Il merlo diventò la mascotte di alcuni operai e da quel momento visse in una trattoria sotto il ponte della Breda. Dalla sua gabbietta ha partecipato alle manifestazioni, ha condiviso gli scioperi, ha mandato a memoria i canti di lotta che gli operai intonavano davanti ai cancelli. È stato il cantore solitario di 20 anni di vita di fabbrica. «Fischiava il motivo di Bandiera rossa che era uno spasso. Se poi era in vena, te la faceva tutta, dall’inizio alla fine».