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lunedì 6 dicembre 2021

MERKEL
Il commiato.

Angela Merkel
 
Il brevissimo discorso della cancelliera uscente può essere apprezzato per due motivi. Il primo è in rapporto al luogo dove è stato pronunciato, il ministero della Difesa, di fronte alla sua fanatica ministra e alle autorità militari: manca infatti il benché minimo accenno di militarismo. Il secondo è la perplessità suscitata dal diffondersi della sfiducia nei confronti non solo della politica, ma della scienza. Certo, da un leader politico ci si aspetta delle risposte, più che delle domande; tuttavia la consapevolezza dei problemi è il necessario punto di partenza. Se la stessa perplessità, gli stessi dubbi, la Merkel li avesse mostrati in politica estera per l’impossibilità di conciliare l’europeismo con un atlantismo sempre più aggressivo, sotto il cui ombrello ha rialzato la testa il revanscismo tedesco, il suo discorso di commiato sarebbe stato un po’ meno depresso. [Franco Continolo]

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Allego la traduzione di Claudia (mia moglie) del discorso tenuto da Angela Merkel alla solenne cerimonia di commiato, che tradizionalmente accompagna - in Germania - i Cancellieri che si ritirano dalla politica. Angela Merkel è stata, da Guglielmo II in poi, il Kaiser che ha guidato più a lungo la Germania, e senza cacciarla in guerra. Invano si cercheranno nel suo discorso toni aulici o trionfalistici. Al contrario, sembra il commiato di un modesto capoufficio, che ha diligentemente svolto il suo lavoro e onestamente guadagnato i 4'000 euro mensili della sua busta paga. Ma nelle frasi finali ci sono principii che vorremmo vedere personificati anche da altri politici altrettanto o meno influenti sui destini del mondo. [Stefano Casadio]
 
 
“Egregio Signor Presidente della Repubblica,
egregia Signora Presidente del Parlamento
Eccellenze,
Egregi Signore e Signori
Cari concittadine e concittadini,
 
Oggi qui davanti a Voi sento soprattutto questo: gratitudine ed umiltà. Umiltà di fronte alla carica che ho potuto esercitare per così tanto tempo; gratitudine per la fiducia che mi è stata concessa. La fiducia, e di questo sono sempre stata pienamente consapevole, è il capitale più importante in politica. Questo è tutt’altro che scontato, e Ve ne ringrazio di cuore.
Ringrazio anche Lei, Signora Ministro (della difesa), cara Annegret (Kramp-Karrenbauer, considerata confidente della cancelliera), e l’esercito federale per aver organizzato la cerimonia di congedo, in più in un luogo così carico di significato per la nostra storia, come il Bendlerblock (Ministero della difesa, dove tradizionalmente si congedano i cancellieri con tutti gli onori militari. Luogo, dove dal 1914 sono avvenuti molti avvenimenti che hanno segnato la storia del paese.) Ringrazio il corpo musicale dell’esercito per l’accompagnamento, e tutto questo in condizioni rese più gravose dalla pandemia. In particolare, vorrei perciò iniziare pensando a tutti quelli che in questo momento stanno lottando con tutte le loro forze contro la quarta ondata della pandemia, che danno tutto quello che possono dare per salvare e proteggere delle vite umane: i medici, uomini e donne, le infermiere e gli infermieri negli ospedali, i team di vaccinazione, gli aiutanti dell’esercito e le organizzazioni umanitarie. A tutti Voi spetta la particolare gratitudine mia e quella di tutti noi così come il più alto riconoscimento.
Oggi, durante il giorno, sono ancora stata in riunione con i Primi Ministri e le Prime Ministre dei Land (regioni) del Consiglio per la lotta contro la pandemia. E adesso, poche ore dopo, posso partecipare a questa solenne cerimonia per congedarmi da Voi dopo 16 anni di cancellierato. Questo ordine del giorno indica molto chiaramente i tempi incredibili che stiamo attualmente vivendo. I 16 anni del mio cancellierato sono stati anni pieni di eventi e spesso di sfide. Mi hanno sfidato a livello politico e personale, ma nello stesso momento li ho sempre potuto vivere come compimento. In particolare gli ultimi due anni della pandemia hanno mostrato, come sotto una lente di ingrandimento, quanto è importante la fiducia nella politica, nella scienza e nel discorso sociale, ma anche quanto può essere fragile tutto questo.La nostra democrazia vive della capacità di confrontarsi con spirito critico e di autocorreggersi. Vive della mediazione fra diversi interessi e del rispetto per l’altro. Vive di solidarietà e fiducia, fiducia tra l‘altro anche nei fatti, e vive del dovere di porre limiti dappertutto là dove si negano le conoscenze scientifiche e dove si diffondono teorie di complotto e diffamazione. La nostra democrazia vive anche del dovere di porre limiti alla nostra tolleranza come uomini e donne democratici dappertutto là dove odio e violenza sono considerati mezzi legittimi per imporre i propri interessi.  
Le molteplici sfide all’interno si riflettono anche nella politica estera, e non solo dall’inizio della pandemia. Già la crisi economica e finanziaria del 2008 e le tante persone che dal 2015 cercano rifugio hanno evidenziato di quanto abbiamo bisogno di collaborazione al di là dei confini nazionali, e di quanto sono irrinunciabili le istituzioni internazionali e gli strumenti multilaterali, per poter affrontare le grandi sfide del nostro tempo: il cambiamento climatico, la digitalizzazione, la fuga e la migrazione. Vorrei incoraggiare anche nel futuro a vedere il mondo sempre anche con gli occhi dell’altro, di percepire dunque anche le prospettive a volte scomode e opposte dell’interlocutore, e di impegnarsi per la mediazione fra interessi diversi.
Signore e signori, il mio lavoro politico non sarebbe stato possibile senza il molteplice sostegno di chi mi ha accompagnato a livello nazionale ed internazionale. A tutti loro spetta la mia più grande gratitudine. Ringrazio per la nostra collaborazione i colleghi e le colleghe del Governo Federale, del Parlamento Tedesco e del Consiglio di Stato Tedesco. Li ringrazio in modo particolare per una cultura della contesa politica che molte altre nazioni ci invidiano. Un grazie particolare devo ai miei collaboratori e le mie collaboratrici più stretti. Grazie per tutto l‘aiuto ed il sostegno! Questo vale anche per la mia famiglia.
Ora sta nelle mani del governo successivo di trovare risposte alle sfide davanti a noi e di dare forma al nostro futuro. Per questo auguro a Lei, caro Olaf Scholz, ed al Suo governo ogni bene, una mano felice e molto successo. Sono convinta che possiamo continuare a costruire bene il nostro futuro se intraprendiamo il lavoro non con malcontento, non con astio e non con pessimismo, ma, come ho detto tre anni fa in un altro contesto, con serenità (allegria?) nel cuore. Almeno io personalmente ho sempre fatto così, durante la mia vita nella DDR, ed ancor più in condizione della libertà (dopo la riunificazione). È questa serenità nel cuore che auguro a tutti noi, e in senso figurato al nostro paese per il suo futuro.
Vi ringrazio di cuore.
 
[Trad. dal tedesco, Claudia Casadio]