Pagine

sabato 4 dicembre 2021

NAVIGARE A VISTA
di Romano Rinaldi



Filosofia o dogma?
 
Perugia. Trovo assolutamente incomprensibile se non disdicevole che persone di notevole cultura e riconosciuta competenza nella gestione della cosa pubblica, almeno in passate amministrazioni, siano talmente succubi della smania di protagonismo, da sposare cause non solo perse in partenza ma foriere di danni sociali enormi. Persone che hanno dedicato parte della loro esistenza all’amministrazione pubblica, con l’onesta presunzione di fare il bene comune, sembrano avere smarrito il senso di quel bene. Di fronte a problemi che travalicano le loro competenze politiche e filosofiche, sembrano totalmente disorientate e prestano la loro intelligenza a voli pindarici pseudo-scientifici che alimentano la confusione, piuttosto che fare chiarezza di fronte all’emergenza posta dalla pandemia da SARS-Cov-2.
Non trovo altra spiegazione che la smania di protagonismo alle scomposte accuse lanciate in ogni direzione alla comunità scientifica, alla comunicazione “main stream” ed alle direttive che via-via vengono prospettate dai vari Governi europei per la salvaguardia dell’incolumità delle persone di fronte a un virus che da due anni ci perseguita, attraverso le sue varie mutazioni, con una sindrome tuttora definita Cov-19 per la sua prima insorgenza nel dicembre 2019. A meno che non si tratti di pura intolleranza allo stato sublimato. Non c’è dubbio che la situazione nel suo complesso possa prestarsi a diverse interpretazioni, sia per quanto riguarda l’origine del virus, sia per quanto riguarda le strade da intraprendere per la salvaguardia della salute pubblica (“green pass” compreso). Come si ripete ormai da due anni, siamo di fronte a una situazione totalmente fuori dall’ordinario ed è stata e rischia di ritornare fuori controllo. Tuttavia, la contestazione dell’evidenza, quale il confronto tra la situazione sanitaria l’anno scorso (senza cure e vaccino) e quest’anno (con vaccino e cure) in termini di ricoveri e numero di morti, dovrebbe essere considerata per quello che è, a tutto vantaggio di quest’anno, come scandiscono i numeri. Una posizione che non tenga conto di questa evidenza, seppur legittima rischia di provocare, in un pubblico generico, disorientamento nel migliore dei casi, se non cieca contestazione contraria ad ogni principio di salvaguardia della salute pubblica (vedi manifestazioni di piazza senza alcuna precauzione contro il contagio).
I casi dei No-vax pentiti che invitano alla vaccinazione dopo aver subito l’insulto della malattia fino a sfiorare la morte, sono ormai frequenti. Purtroppo quelli che non ce l’hanno fatta ad uscire dalla terapia intensiva, non fanno proseliti. Tuttavia questi esempi dovrebbero indurre alla prudenza coloro che, per qualsiasi motivo si sentono autorizzati a diffondere dubbi, seppur legittimi in una popolazione ormai stremata e prostrata psicologicamente da questa perdurante situazione.
Insomma, siamo in una barca che fa acqua da tutte le parti in un mare in tempesta. Quale utilità può avere un nocchiero (o ex nocchiero) che continua ad inveire contro la bontà dell’unica stoppa disponibile per tappare i buchi?
Oppure, per dirla con Karl Popper, in nome della tolleranza e della salvezza di tutti, è lecito invocare il diritto di non tollerare gli intolleranti.
A buon intenditor poche parole.