Parte
2a Nella
prima parte avevo incominciato a parlare della mia scelta personale di
assunzione di responsabilità della propria violenza, senza cederla allo Stato
di cui faccio parte. Ho cercato di dare determinate risposte a questo indirizzo
che ritengo perfettamente valide, stante la conflittualità tra Stati che i
tempi nucleari, che stiamo vivendo, vanno evidenziando. Estrema pericolosità
per tutti i cittadini, perfino del mondo intero, giacché questo tipo di guerra
non ha confini e certe conseguenze riguarderebbero proprio tutti i suoi
abitanti. Non ho considerato una condizione storica che giudico di peso e che,
storici, politici, non mi risulta citino. Condizione che si è verificata dopo
la Seconda guerra mondiale con la sua carneficina di milioni e milioni di morti,
con la nefandezza nazista, con i suoi campi di concentramento per
l'eliminazione di ebrei, comunisti, zingari, omosessuali, disabili, avversari
politici. Nei fatti una negazione dell'uomo. Aberrazioni che hanno portato ad
un giusto processo del mondo nazista, ma non al riconoscimento della propria
violenza utilizzata per contrastarlo. I vincitori hanno giudicato i vinti senza
mettersi in gioco, se si voleva la fine della violenza. Del resto erano i
momenti in cui gli stessi si stavano spartendo i tecnici nazisti o chi aveva lavorato
per loro; uno Stato assoldava il fratello di Eichmann e altri per combattere il
comunismo sovietico (documenti desecretati dalla Cia anni fa, ed evidentemente
non ne hanno perso l'abitudine, se in questi ultimi anni si sono avvalsi del
loro aiuto per entrare in Ucraina). Bombe nucleari sono state sganciate su due
città giapponesi non tanto per salvare i soldati americani, giacché il Giappone
era pronto alla resa, ma perché militari sovietici avevano oltrepassato il
confine del Paese. C'era da mostrare chi era il più forte. Le
motivazioni di condanna del Tribunale di Norimberga per cui tu nazista non
dovevi ubbidire agli ordini dello Stato, perché gli ordini erano disumani,
quindi una responsabilizzazione personale, valeva solo per i nazisti e basta.
Uno dei piloti che aveva sganciato la bomba su Hiroshima e che si era sentito
in colpa per le distruzioni da essa provocate, è stato fatto internare in
manicomio dal comando militare. La sensibilità "umana" non è
decisamente emersa. Ecco perché ci troviamo all'oggi con i conflitti in corso
che possono anche produrre profitti, per il momento, aldilà delle varie Carte
Costituzionali, ma un disastro, alla fine, se si ricorrerà allo strumento
nucleare. È pensabile che "dopo" possa avvenire un giudizio tipo
Norimberga quando lo stesso "dopo" potrebbe non esserci più per
nessuno? Questa è la realtà che uomini come Einstein e altri, compreso Fornari,
il mio riferimento, e perfino Papa Francesco, (unica figura istituzionale che
da anni dice no alla guerra, nucleare soprattutto), hanno prefigurato. E sulla
quale dovremmo riflettere tutti e adesso, prima che sia troppo tardi. Giuseppe
Bruzzone [Milano
13 gennaio 2022]