Per
la sinistra il patto di consultazione stipulato in questi giorni da Sinistra
Italiana ed Europa Verde può essere considerato un fattore positivo di
indicazione per un riferimento di alternativa. Perché
ciò effettivamente si verifichi è necessario però porre precise condizioni. Condizioni
che in questa sede si proverà a riassumere sia pure in maniera sicuramente
troppo schematica: 1). La “centralità”
dell’ambientalismo non può esaurire l’impegno nella ricerca delle
contraddizioni che la sinistra è chiamata ad affrontare. Attorno alla classica
“contraddizione principale” si agitano infatti almeno tre punti di transizione:
transizione sanitaria, digitale, costituzionale. Contraddizioni che debbono
essere individuate, analizzate e declinate ponendole sul terreno di una
espressione di progettualità la cui cornice non può che essere individuata nel
tema dello spostamento degli assi geopolitici a livello globale con conseguenti
riflessi sul ruolo dell’Europa; 2).È riduttivo parlare di
adesione al “Campo Largo” proposto dal PD. Questa scelta va considerata come
limitante se si intende davvero evitare la tagliola del minoritarismo e della
subalternità. Se poi ci si riferisce alla previsione elettorale (questione che prima
o poi dovrà essere affrontata) è evidente che, ferma restando la formula
attuale, l’alleanza con il PD risulterà necessaria per la quota maggioritaria.
Per la parte proporzionale, invece, risulterà indispensabile una presentazione
autonoma. Presentazione autonoma per la quale esistono possibilità non remote
di superamento del “quorum” a condizione che la presenza della sinistra risulti
provvista di una forte caratura “di progetto”. Sarà la qualità del progetto il
vero punto attrattivo del massimo possibile di unità nel tentativo di fornire
una forte caratterizzazione non semplicemente identitaria sul piano ideologico
a tutti i possibili contraenti di un patto. Si tratta di determinare una
presenza caratterizzata in termini di alternativa partendo proprio dal tema
dell’affermazione costituzionale della Repubblica a base parlamentare. Tanto
più che le profonde modificazioni avvenute nel corso di questi anni sul piano
del rapporto società/struttura politica ci indicano come indispensabile quale
primo punto un concorso a determinare una vera e propria ristrutturazione
dell’offerta elettorale avendo come obiettivo il recupero di una presenza
istituzionale. In tal modo si potrà contribuire (certo non in misura esaustiva)
ad avviare un processo di costruzione di soggettività politica (per la quale è
sicuramente necessario adottare un meccanismo di “processo costituente”).