CONSIDERAZIONI SUL PRESIDENZIALISMO di
Felice Besostri
Le
solite autorevoli voci romane, diffuse prima della Conferenza stampa di Draghi,
confermavano Draghi Presidente e un suo ministro solo formalmentePremier, che significa che il manico del mestolo
sarà sempre di Draghi, che ci garantisce verso l'Europa e i mercati finanziari. L'accentuazione
del ruolo del Presidente della Repubblica sarà rafforzata: un mix Cossiga,
Napolitano e Segni, se non gli veniva l’ictus. Napolitano
ha autorizzato Renzi a presentare il suo progetto di deforma Costituzionale
dell'8 aprile 2014 ai sensi dell'art.87 c. 4 Cost.: un fatto grave, poteva
suggerire che lo presentassero i capigruppo dei partiti di maggioranza e prima
aveva imposto Monti al Parlamento e poi Letta, un Presidente del Consiglio, che
con la Commissione di esperti voleva cambiare in parti essenziali la
Costituzione. Tuttavia, Monti formando un suo partito in un certo senso ha reso
un omaggio postumo al Parlamento. La nomina di Letta del PD invece di Bersani
dello stesso partito ha significato, che il Presidente in carica si è
intromesso nella vita interna di un partito, sconfessato dal golpe di Renzi nominato
il 22 febbraio 2014, mentre non porta responsabilità per la legge elettorale n.
52/2015, dichiarata incostituzionale per iniziativa degli avvocati antitalikum,
formalmente nata da un pdl di iniziativa popolare, strumentalmente sostenuta da
Renzi come segretario del PD. Quella legge, mai applicata, era la legge
funzionale alla deforma costituzionale Renzi-Boschi, infatti, riguardava la
sola Camera dei deputati, come il Porcellum lo era stato della deforma
Berlusconi. Mattarella
non ha autorizzato la legge di riduzione del Parlamento, nata come iniziativa
parlamentare, ma non ha fatto nulla per impedirne o almeno ritardarne
l’approvazione, anzi l'ha facilitata, con qualche disinvoltura costituzionale,
consentendo l’election daytra
l'altro su 2 giorni, quando la legge non modificata sul referendum
costituzionale prevedeva un solo giorno. e l'ha promulgata in tutta fretta,
invece di rispedirla alle Camere con un messaggio motivato almeno su un punto,
inserito di soppiatto come emendamento al testo base senatori concordato: i
senatori assegnati al Trentino- Sudtirolo. Quell’emendamento violava
palesemente l'immodificato art. 57 Cost. sull’elezione a base regionale del
Senato e non provinciale, ma soprattutto era violazione del diritto
costituzionale fondamentale di eguaglianza dei cittadini. L’uguaglianza dei
cittadini è uno dei principi supremi del nostro ordinamento costituzionale, che
non può essere leso neppure con norma di rango costituzionale, come affermato
con nettezza dalla sentenza cost. n. 1146/1988. Il Trentino Sudtirolo con 1.029.000 abitanti
avrà 6 Senatori, lo stesso numero della Calabria con 1.959.000 abitanti: I
calabresi valgono la metà dei trentin-sudtirolesi, come valgono meno dei
trentin-sudtirolesi i ben più numerosi sardi, liguri, marchigiani,
friulan-giuliani e abruzzesi, che prima del taglio avevano lo stesso numero o
superiore di senatori. Avere
un presidenzialismo, anzi un semi-presidenzialismo, di fatto è peggio di un
presidenzialismo come forma di governo, perché sono del tutto assenti i
meccanismi di controllo e bilanciamento. Ci
sono in Europa ordinamenti con elezione diretta del Capo dello Stato, che non
son né presidenziali, né semi presidenziali, ma parlamentari, per esempio
Austria, Finlandia, Irlanda e Islanda, con Partiti forti e senza confusione di
ruoli al vertice dello Stato: non è un caso che nessun Presidente del Consiglio
in carica sia mai stato preso in considerazione in 12 elezioni presidenziali. Se
le nostre elezioni presidenziali fossero come quelle tedesche con candidati
conosciuti prima della votazione e che hanno preventivamente accettato di
essere candidati non ci sarebbe questo entusiasmo per l'elezione diretta. Il
prossimo presidente il XIII, sarà il frutto di accordi tra congreghe,
consorterie e camarille, ed anche, si teme, di voti compravenduti: questa elezione
è di secondo è l’ultima occasione per 500 parlamentari che non saranno
rieletti. Soltanto
il fatto che sia teoricamente possibile una candidatura Berlusconi, è il segno
di un degrado delle nostre istituzioni, ma il centro-destra con Italia Viva ha
la maggioranza relativa nell’assemblea presidenziale. Abbiamo difeso la
centralità del Parlamento, ma è la sua composizione di nominati, non scelti
dagli elettori, che rende la lotta per mantenere la forma di governo
parlamentare non popolare, e non sostenuta dai parlamentari in carica: a loro
basta arrivare alla fine non anticipata di questa le. Dal 2005 ci hanno rubato
il diritto di eleggere, cioè di scegliere e non ce l'hanno più restituito. Cerchiamo
di non perdere questa battaglia, che non può essere fatta contro il popolo o
anchesenza
il popolo.