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lunedì 31 gennaio 2022

LA SCOMPARSA DI CRISTINA ANNINO
di Maurizio Cucchi


Cristina Annino

Un ricordo di Maurizio Cucchi sulla poetessa toscana scomparsa venerdì 28 gennaio a Roma all’età di 80 anni.


Avevo letto con interesse le poesie di Cristina Annino la prima volta in un quaderno collettivo di Einaudi del 1984 e tre anni dopo mi era piaciuto Madrid, uno dei suoi libri più importanti, pubblicato da “Corpo 10”, una collana ideata e diretta da Michele Coviello. Ma in quel tempo non avevo mai avuto occasione di incontrarla. Ci siamo infatti conosciuti parecchio anni dopo, a Roma, e da allora siamo diventati amici per un periodo arrivato fino a tempi molto recenti. Della sua poesia mi era da subito apparsa originale e autonoma l’energia espressiva, la forza di una lingua che assorbiva tracce tangibili del vissuto e dell’esperienza portandoli su un piano ulteriore, ma sempre nel segno di una concretezza densa della parola e del percorso interno a ogni componimento. Un elemento decisivo, nell’ispida vivacità della sua opera, è stata poi sempre la lontananza da ogni possibile riferimento ideologico, anche in campo letterario e questo nonostante la sua giovanile, dichiarata vicinanza a una certa avanguardia toscana anni Sessanta. Tutto questo è ravvisabile anche nella scrittura in prosa, nella narrativa, e posso dire che ho partecipato convinto a favore di una maggiore diffusione della sua opera in genere, promuovendo, per esempio, la ristampa, dopo tanti anni, di Madrid nelle edizioni di Stampa2009 e poi la pubblicazione di Anatomie in fuga, per Donzelli, nel 2016. 



Ma anche altri sono stati i miei interventi, che sarebbe immodesto e fuori luogo qui indicare, in suo favore. Sul piano personale, la nostra conoscenza si era fatta meno vaga al tempo del suo trasferimento a Milano, purtroppo durato troppo poco. Cristina era andata a stabilirsi in corso di Porta Ticinese, tra le Colonne di San Lorenzo, Sant’Eustorgio e la Darsena. Un posto dei più autenticamente e storicamente milanesi della città. Certo non le dispiaceva la vivacità multiforme del quartiere, che anch’io amo molto. Ogni tanto andavamo insieme per un aperitivo o un pranzetto proprio alle Colonne, cosa che ricordo con piacere. Ma purtroppo non si era mai del tutto sentita a suo pieno agio nella nostra città, lei che era toscana e a lungo era vissuta a Roma. Così decise di cambiare nuovamente aria dopo troppo pochi anni e così, da allora, ci siamo quasi persi di vista. E oggi che se ne è andata ancora di più me ne rincresce. Ciao Cristina, sempre con affetto.