LA SCOMPARSA DI CRISTINA ANNINO di Maurizio Cucchi
Cristina Annino
Un ricordo di Maurizio Cucchi sulla poetessa toscana
scomparsa venerdì 28 gennaio a Roma all’età di 80 anni.
Avevo letto con interesse
le poesie di Cristina Annino la prima volta in un quaderno collettivo di
Einaudi del 1984 e tre anni dopo mi era piaciuto Madrid, uno dei
suoi libri più importanti, pubblicato da “Corpo 10”, una collana ideata e
diretta da Michele Coviello. Ma in quel tempo non avevo mai avuto occasione di
incontrarla. Ci siamo infatti conosciuti parecchio anni dopo, a Roma, e da
allora siamo diventati amici per un periodo arrivato fino a tempi molto
recenti. Della sua poesia mi era da subito apparsa originale e autonoma
l’energia espressiva, la forza di una lingua che assorbiva tracce tangibili del
vissuto e dell’esperienza portandoli su un piano ulteriore, ma sempre nel segno
di una concretezza densa della parola e del percorso interno a ogni componimento.
Un elemento decisivo, nell’ispida vivacità della sua opera, è stata poi sempre
la lontananza da ogni possibile riferimento ideologico, anche in campo
letterario e questo nonostante la sua giovanile, dichiarata vicinanza a una
certa avanguardia toscana anni Sessanta. Tutto questo è ravvisabile anche nella
scrittura in prosa, nella narrativa, e posso dire che ho partecipato convinto a
favore di una maggiore diffusione della sua opera in genere, promuovendo, per
esempio, la ristampa, dopo tanti anni, di Madrid nelle
edizioni di Stampa2009 e poi la pubblicazione di Anatomie in fuga,
per Donzelli, nel 2016.
Ma anche altri sono stati i miei interventi, che
sarebbe immodesto e fuori luogo qui indicare, in suo favore. Sul piano
personale, la nostra conoscenza si era fatta meno vaga al tempo del suo
trasferimento a Milano, purtroppo durato troppo poco. Cristina era andata a
stabilirsi in corso di Porta Ticinese, tra le Colonne di San Lorenzo,
Sant’Eustorgio e la Darsena. Un posto dei più autenticamente e storicamente
milanesi della città. Certo non le dispiaceva la vivacità multiforme del
quartiere, che anch’io amo molto. Ogni tanto andavamo insieme per un aperitivo
o un pranzetto proprio alle Colonne, cosa che ricordo con piacere. Ma purtroppo
non si era mai del tutto sentita a suo pieno agio nella nostra città, lei che
era toscana e a lungo era vissuta a Roma. Così decise di cambiare nuovamente
aria dopo troppo pochi anni e così, da allora, ci siamo quasi persi di vista. E
oggi che se ne è andata ancora di più me ne rincresce. Ciao Cristina, sempre
con affetto.