Dalle
apparentemente convulse giornate nelle quali il ceto politico si è agitato per
l’elezione di un nuovo presidente della Repubblica è uscita una inedita formula
di iniziativa politica: il Presidente del Consiglio scavalcando il consesso
elettivo riunito da una settimana, si è assunto l’incarico di promuovere
consultazioni per arrivare alla richiesta all’uscente Presidente della
Repubblica di recedere dal suo intendimento di rinuncia e di accettare la
rielezione. Si è così costruita una situazione che può essere così valutata
riassumendo per punti: 1.).
L’estrema debolezza del sistema politico ha determinato uno stato di cose che
si colloca già oltre il presidenzialismo “de facto”. Il tema della forma di
governo sarà probabilmente quello dominante nel prossimo futuro e su questo
punto dovrà accentrarsi attenzione e impegno di chi ha a cuore la forma
parlamentare dettata dall’impianto costituzionale; 2).
Si pone in tutta evidenza la questione dell’assenza di capacità di
intermediazione e rappresentanza dell’insieme del sistema politico un tempo
sorretta dalla presenza dei partiti. A questo proposito si pongono due
questioni fondamentali: la necessità di ricostruire meccanismi di selezione
della classe dirigente (a partire dalle istituzioni locali) non fondati
semplicisticamente su presunte capacità di coltivare sommatorie di immagini
individualistiche; una legge elettorale di impianto proporzionale attraverso la
quale restituire all’elettorato una capacità di scelta diretta; 3).
Si segnala come evidente l’assoluta assenza del PD da una qualche forma di
intervento e di iniziativa politica. Il PD, in questi giorni, ha
incredibilmente oscillato tra astensione e scheda bianca: una sottrazione di
espressione di responsabilità che pone un problema fondamentale per tutta la
parte progressista del Paese e denuncia anche come del tutto inconsistente una
qualche prospettiva di riedizione del centro – sinistra imperniata sull’asse
Pd-M5S (nessun giudizio sul centro – destra che francamente a chi scrive queste
note non interessa formulare). 4).
Infine: tutto questo si verifica in un quadro di estrema drammaticità della
situazione internazionale che molti analisti danno sulla soglia di eventi
bellici sul suolo europeo; di crisi sanitaria globale; di enormi difficoltà
nell’affrontare due transizioni epocali come quella ecologica e quella
digitale. Da non dimenticare, per restare al “caso italiano” come sia apparso
in questi giorni l'agitarsi di un quadro di ulteriore (pericolosissimo)
svilimento del lavoro parlamentare.