FOLLIE LINGUISTICHE Lo schwa (ə)? No, grazie. Pro lingua nostra
Siamo
di fronte a una pericolosa deriva, spacciata per anelito d'inclusività da
incompetenti in materia linguistica, che vorrebbe riformare l'italiano a suon
di schwa. I promotori dell'ennesima follia, bandita sotto le insegne del
politicamente corretto, pur consapevoli che l'uso della "e"
rovesciata" non si potrebbe mai applicare alla lingua italiana in modo
sistematico, predicano regole inaccettabili, col rischio di arrecare seri danni
anche a carico di chi soffre di dislessia e di altre patologie neuroatipiche. I
fautori dello schwa, proposta di una minoranza che pretende di imporre la sua
legge a un'intera comunità di parlanti e di scriventi, esortano a sostituire i
pronomi personali "lui" e "lei" con "ləi", e sostengono che
le forme inclusive di "direttore" o "pittore, "autore"
o "lettore" debbano essere "direttorə" e "pittorə", autorə" e "lettorə", sancendo di fatto
la morte di "direttrice" e "pittrice", "autrice"
e "lettrice". Ci sono voluti secoli per arrivare a molti di questi
femminili. Nel latino classico "pictrix", come femminile di
"pictor", non esisteva. Una donna che facesse la pittrice,
nell'antica Roma, doveva accontentarsi di perifrasi come "pingendi
artifex" ('artista in campo pittorico'). C'è
anche chi va ben oltre. Gli articoli determinativi "il",
"lo", "la", poiché l'italiano antico, in usi che oggi
richiedono "il", poteva prevedere al maschile singolare la variante
"lo", si pretende che convergano sull'unica forma "lə", e i rispettivi
plurali ("i", "gli", "le") che confluiscano in
"l3", col secondo carattere che non è un 3 ma uno schwa lungo.
Entrambi i segni, lo schwa e lo schwa lungo, sono perfino finiti in ben 6
verbali redatti da una Commissione per l'abilitazione scientifica nazionale
alle funzioni di professore universitario di prima e seconda fascia. Lo
schwa e altri simboli (slash, asterischi, chioccioline, ecc.), oppure specifici
suoni (come la "u" in "Caru tuttu", per "Cari tutti,
care tutte"), che si vorrebbe introdurre a modificare l'uso linguistico
italiano corrente, non sono motivati da reali richieste di cambiamento. Sono
invece il frutto di un perbenismo, superficiale e modaiolo, intenzionato ad
azzerare secoli e secoli di evoluzione linguistica e culturale con la scusa
dell'inclusività. Lo schwa, secondo i sostenitori della sua causa, avrebbe
anche il vantaggio di essere pronunciabile. Il suono è quello di una vocale
intermedia, e gli effetti, se non fossero drammatici, apparirebbero
involontariamente comici. Peculiare di diversi dialetti italiani, e molto
familiare alla lingua inglese, lo schwa, stante la limitazione posta al suo
utilizzo (la posizione finale), trasformerebbe l'intera penisola, se lo
adottassimo, in una terra di mezzo compresa pressappoco fra l'Abruzzo, il Lazio
meridionale e il calabrese dell'area di Cosenza. Firmate
qui, se condividete questo appello, indicando il vostro nome e cognome, la
vostra città di residenza e la vostra professione: https://chng.it/SW4jmzTScP Massimo
Arcangeli, linguista e scrittore, Ordinario di Linguistica italiana, Università
di Cagliari
Angelo
d'Orsi, storico e scrittore, già Ordinario di Storia del pensiero politico,
Università di Torino Claudio
Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca, già Ordinario di Storia
della Lingua italiana, Università del Piemonte Orientale "Amedeo
Avogadro" Edith
Bruck, poetessa e scrittrice Luca
Serianni, professore emerito, già Ordinario di Storia della Lingua italiana,
Sapienza Università di Roma Alessandro
Barbero, storico e scrittore, Ordinario di Storia medievale, Università del
Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" Barbara
De Rossi, attrice e conduttrice televisiva Giovanna
Ioli, italianista Massimo
Cacciari, filosofo, professore emerito, già Ordinario di Estetica, Università
Vita-Salute San Raffaele di Milano Ascanio
Celestini, attore, regista, scrittore Cristina
Nessi, italianista Michele
Mirabella, regista, autore, giornalista Francesco
Sabatini, professore emerito di Linguistica italiana, Università Roma Tre,
presidente emerito dell’Accademia della Crusca Costanza
Zavanone, già docente di Italiano, vicesindaca e assessora alle Pari
opportunità Paolo
Flores d'Arcais, filosofo, direttore di "MicroMega" Gian
Luigi Beccaria, professore emerito, già Ordinario di Storia della Lingua
italiana, Università di Torino Isabella
Francisci, redattrice editoriale, responsabile area Scienze Umane presso
FrancoAngeli Stefano
Carrai, letterato e poeta, Ordinario di Letteratura Italiana, Scuola Normale
Superiore
Paolo
Desogus, titolare di Letteratura italiana, Università di Parigi La Sorbona Alberto
Crespi, giornalista, ufficio stampa Cinecittà, conduttore di "Hollywood
Party" (Rai Radio 3) Alfredo
Luzi, già Ordinario di Letteratura italiana contemporanea e docente incaricato
di Storia della Lingua italiana, Università di Macerata Amedeo
Feniello, storico, Università dell'Aquila Rino
Caputo, già Ordinario di Letteratura italiana, Università di Roma "Tor
Vergata" Yasmina
Pani, insegnante e divulgatrice Renato
Minore, poeta e scrittore Antonello
Fabio Caterino, docente universitario e linguista forense Lucio
Russo, matematico e storico della scienza, già professore ordinario di Calcolo
delle probabilità, Università di Roma "Tor Vergata" Fabio
Minazzi, Ordinario di Filosofia della scienza, Università degli Studi
dell'Insubria (Varese) Francesco
Coniglione, già Ordinario di Storia della Filosofia, Università di Catania Ettore
Boffano, giornalista