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venerdì 11 marzo 2022

DAVVERO VOGLIAMO LA PACE?
di Angelo Gaccione




Sono per la pace, ma…”. Ho sentito questo mozzicone di frase fino alla nausea. L’ho sentita in tempo di pace (in tempo di pace sul nostro suolo, s’intende), e l’ho sentita in tempo di guerra. Guerre lontane da noi ma che ci hanno viste coinvolti come appartenenti all’Alleanza Atlantica. L’ho sentita fino al disgusto in queste settimane a seguito dell’invasione russa in Ucraina. L’ho sentita da persone fra le più diverse e appartenenti a ceti sociali di ogni tipo; di ambo i sessi e di ogni età. Certo fa specie sentirla sulle bocche delle mamme, e fa specie sentirla su quelle delle donne. Purtroppo, nella stragrande maggioranza, donne e uomini condividono lo stesso sentimento: vogliono la pace, ma… Questa breve congiunzione avversativa, composta di appena due misere lettere, ha il tragico potere di precipitare tutti coloro che la pronunciano nel campo dei nemici della pace. Non appena si aggiunge ma, si passa dalla nobile aspirazione ideale, al fattivo e concreto recinto dei guerrafondai. Lo si voglia o meno. L’obiezione deve essere fatta senza incertezza alcuna all’abiezione della guerra, non alla pace. Perché è la guerra che distrugge, assassina, devasta, separa, non la pace. Questo in teoria lo sanno bene, ma nella pratica non si possono separare da quel ma. “Siamo tutti per la pace”, ecco un’altra balla sesquipedale che si sente ad ogni pie’ sospinto e che serve a mettere in letargo la coscienza. Ma se dall’iperuranio scendiamo alla solidità concreta dei gesti (i famosi fatti), tutto questo afflato buonista, questa unanimità di intendi, si scioglie come neve al sole. Fino a quando la pace resta confinata nel luogo del desiderio deprivata di sostanza va bene, ma se decidiamo di darle un corpo di carne e di sangue, allora non siamo più disponibili. I più informati citano Gandhi, il papa, Gino Strada, i teorici del pacifismo e persino noi disarmisti. Viene quasi da commuoversi, ma guai a proporre loro dei semplici interrogativi. Vogliamo fare una prova?


1.- Saresti favorevole all’uscita dell’Italia dall’alleanza chiamata Nato, a chiudere le basi militari e a smantellare i missili nucleari presenti sul nostro territorio?


2.- Saresti favorevole alla trasformazione di esercito, marina ed aviazione in corpi per la tutela del territorio dal saccheggio, dal traffico di rifiuti tossici, per la protezione dei corsi d’acqua, del patrimonio boschivo, artistico-ambientale e così via?


3.- Accetteresti che una parte di questi uomini e donne fosse trasferita in settori di pubblica utilità (supporto alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco, al settore sanitario, alla Guardia di Finanza per la lotta contro gli evasori, la sicurezza dei quartieri, delle autostrade, della viabilità in generale?)


4.- Saresti favorevole a impedire la produzione di ordigni di guerra e di morte e convertire le fabbriche d’armi per costruire oggetti utili alla società?


5.- Sei consapevole che in epoca nucleare il concetto di difesa è superato e l’impiego di armi atomiche cancellerebbe la vita dell’intera umanità? Saresti disposto a rinunciare alla cosiddetta difesa armata?


6.- Accetteresti come unica soluzione a possibili contrasti internazionali solo la via delle trattative diplomatiche?


Che dite, diranno di sì? Io ne dubito. E molto.