“Sono per la pace, ma…”. Ho sentito questo mozzicone di
frase fino alla nausea. L’ho sentita in tempo di pace (in tempo di pace sul
nostro suolo, s’intende), e l’ho sentita in tempo di guerra. Guerre lontane da
noi ma che ci hanno viste coinvolti come appartenenti all’Alleanza Atlantica.
L’ho sentita fino al disgusto in queste settimane a seguito dell’invasione russa
in Ucraina. L’ho sentita da persone fra le più diverse e appartenenti a ceti
sociali di ogni tipo; di ambo i sessi e di ogni età. Certo fa specie sentirla
sulle bocche delle mamme, e fa specie sentirla su quelle delle donne. Purtroppo,
nella stragrande maggioranza, donne e uomini condividono lo stesso sentimento:
vogliono la pace, ma… Questa breve congiunzione avversativa, composta di
appena due misere lettere, ha il tragico potere di precipitare tutti coloro che
la pronunciano nel campo dei nemici della pace. Non appena si aggiunge ma,
si passa dalla nobile aspirazione ideale, al fattivo e concreto recinto dei
guerrafondai. Lo si voglia o meno. L’obiezione deve essere fatta senza
incertezza alcuna all’abiezione della guerra, non alla pace. Perché è la
guerra che distrugge, assassina, devasta, separa, non la pace. Questo in teoria
lo sanno bene, ma nella pratica non si possono separare da quel ma. “Siamotutti per la pace”, ecco un’altra balla sesquipedale che si sente ad
ogni pie’ sospinto e che serve a mettere in letargo la coscienza. Ma se
dall’iperuranio scendiamo alla solidità concreta dei gesti (i famosi fatti),
tutto questo afflato buonista, questa unanimità di intendi, si scioglie come
neve al sole. Fino a quando la pace resta confinata nel luogo del desiderio
deprivata di sostanza va bene, ma se decidiamo di darle un corpo di carne e di
sangue, allora non siamo più disponibili. I più informati citano Gandhi, il
papa, Gino Strada, iteorici del
pacifismo e persino noi disarmisti. Viene quasi da commuoversi, ma guai a
proporre loro dei semplici interrogativi. Vogliamo fare una prova?
1.- Saresti favorevole all’uscita dell’Italia dall’alleanza
chiamata Nato, a chiudere le basi militari e a smantellare i missili nucleari
presenti sul nostro territorio?
2.- Saresti favorevole alla trasformazione di esercito, marina
ed aviazione in corpi per la tutela del territorio dal saccheggio, dal traffico
di rifiuti tossici, per la protezione dei corsi d’acqua, del patrimonio
boschivo, artistico-ambientale e così via?
3.- Accetteresti che una parte di questi uomini e donne
fosse trasferita in settori di pubblica utilità (supporto alla Protezione
Civile, ai Vigili del Fuoco, al settore sanitario, alla Guardia di Finanza per
la lotta contro gli evasori, la sicurezza dei quartieri, delle autostrade,
della viabilità in generale?)
4.- Saresti favorevole a impedire la produzione di ordigni di
guerra e di morte e convertire le fabbriche d’armi per costruire oggetti utili
alla società?
5.- Sei consapevole che in epoca nucleare il concetto di
difesa è superato e l’impiego di armi atomiche cancellerebbe la vita
dell’intera umanità? Saresti disposto a rinunciare alla cosiddetta difesa
armata?
6.- Accetteresti come unica soluzione a possibili contrasti
internazionali solo la via delle trattative diplomatiche?