Ilettori perdoneranno
(forse) il gesto irrituale, ma al papa vorrei rivolgere due domande. La prima:
Lei ha fatto tutto ciò che è nelle Sue possibilità per prevenire
la guerra? Lei ha infatti a disposizione un servizio diplomatico, e Lei sa
che la pace va costruita. Di qui la seconda domanda: Lei trova che la richiesta
della Russia di ridiscutere l’assetto della sicurezza in Europa fosse
immotivata? In altre parole, Lei crede che l’ordine internazionale possa essere
garantito dagli Stati Uniti nell’interesse di tutti? Forse Lei risponderà con
il teologo Piero Stefani, il quale ritiene che la pace perpetua possa
aversi solo con l’arrivo, o il ritorno, del Messia, ma che intanto sia
possibile avvicinarvisi trovando forme accettabili ai più di governo mondiale.
Qui viene richiamata l’idea kantiana che è all’origine anche dell’europeismo:
lo stato federale sovranazionale, il governo comune, il monopolio della
violenza come unica garanzia di pace. In realtà anche questa soluzione non
garantisce al 100%, perché, come osserva Stefani facendo esplicito
riferimento al Donbass, le guerre sono sempre più guerre civili. (È degno di
nota che sia un teologo a ricordare che in Ucraina era in corso una guerra
civile, all’insaputa del governo di Kiev e della cosiddetta comunità
internazionale.) Restiamo però allo stesso punto: qual è la via più sicura per
arrivare al governo mondiale, la supremazia di uno solo, o il concerto delle
principali potenze? Esaurite le domande, Le va riconosciuto, Santità, di aver
pontificato contro l’aumento delle spese militari da parte degli europei che
già spendono quattro volte la Russia. Per fortuna anche in parlamento
si levano voci in questo senso. La speranza è che Conte vada fino in
fondo, se necessario alla crisi di governo – c’è forse materia
più grave della guerra e della pace per decidere se confermare o togliere
il proprio appoggio? Importante anche la presa di posizione di Delrio,
il quale pronuncia parole molto sagge sull’Europa. Franco Continolo