Lutti
nostri ADDIO A CARMELA IEROIANNI di
Patrizia Cecconi
Garofani per Carmela
Carmela
è morta a Sharm stroncata da un brutto male. Ci
conoscemmo a un convegno sulla Palestina parecchi anni fa. Carmela era una
persona schiva e non amava prendere la parola in pubblico, perciò, non l’avevo
sentita esprimere posizioni se non nei commenti durante i pasti. Quando salutai
tutti per partire mi chiese se volessi fare qualche giorno di mare insieme a
lei sulla costa calabrese. Più tardi mi avrebbe detto che mi aveva “puntata” e
che le interessava verificare se poteva nascere un’amicizia. Andammo a Tropea,
poi ad Ascea, parlammo molto, perché in privato Carmela esprimeva con
precisione e profondità i suoi pensieri. Era una donna colta e di
un’impressionante coerenza. Poi, dopo quattro giorni ci salutammo. Io proseguii
il mio visaggio in solitaria e lei altrettanto. Ma l’amicizia era nata. Cominciò
così, più o meno una dozzina di anni fa. Poi venne a Roma, divenne molto amica
di mio marito col quale aveva in comune la passione per alcuni classici latini.
Ormai ci eravamo scambiate le chiavi di casa, lei aveva una piccola stanza
nella nostra casa ed io nella sua. Ciò che ci univa in modo particolare era la
Palestina e, ad ogni evento che riguardasse la questione palestinese, Carmela
era presente.
Insieme abbiamo fatto molti viaggi, sia in Italia che in Palestina. La nostra
amicizia si era fatta intensa. Carmela leggeva e traduceva articoli importanti
in inglese e in particolare collaborava con Invictapalestina. Parlare con lei
significava avere sempre informazioni e punti di vista non convenzionali.
Gli anni della pandemia l’hanno vista attiva sui social nel passare
informazioni utili a sfatare luoghi comuni che niente avevano a che fare con
una politica sanitaria e molto con la strumentalizzazione politica del virus
SarsCov2. Le restrizioni del governo italiano le stavano strette e vedere che
l’ipnosi collettiva generata dal terrore stava spegnendo la capacità di critica
e la difesa dei valori democratici veri la faceva inorridire. Perciò aveva
deciso di andarsene per qualche mese con suo marito a Sharm, non nella zona
turistica ma nel villaggio arabo dove avevano acquistato una casa molti anni
fa. Ero già stata da loro qualche anno fa e tra qualche giorno sarei dovuta
tornare, ma non ho fatto in tempo. Carmela
era tanto schiva quanto rigorosa e rifuggiva ogni forma di esibizionismo. Solo
chi la conosceva bene sapeva la serietà e l’accuratezza del suo lavoro e
conosceva la sua generosità, ma lei non se ne sarebbe mai fatta vanto.
Purtroppo da circa 12 anni le faceva compagnia un tumore, quello per le cui complicazioni
ieri mattina si è spenta a Sharm, tra le braccia di Giovanni, ora devastato dal
dolore. Pochi sapevano del suo male e mai avrebbe messo in piazza la sua lotta
contro quell’infame malattia, anzi provava profondo fastidio verso chi usava i
social facendo la cronaca minuto per minuto del proprio stato di salute. Lei non
lo avrebbe mai fatto. Seguiva il metodo Hamer ed è stata coerente fino in
fondo. Non ha lasciato spazio a cure nelle quali non credeva e oggi io qui,
nella sua casa di Milano, disorientata, colpita da un dolore profondo, mi
chiedo se non avrebbe fatto bene a rivolgersi alla medicina tradizionale. C’è
di sicuro dell’egoismo in questa mia domanda, perché vorrei vederla ancora
viva. Vorrei ancora parlare con lei, cenare con lei e apprezzare il suo
estetismo nella preparazione dei piatti. Vorrei andare con lei a visitare la
Valle dei re come programmato qualche mese fa. Vorrei discutere con lei delle
inaccettabili ingiustizie subite dai palestinesi e di quello che succede nel
mondo, ma non sarà più possibile. Sto
qui, in una casa che non ha un centimetro che non parli di lei. E lei non c’è
più. Non so se avrebbe gradito che si parlasse della sua morte. Però ricordarla
è l’omaggio dovuto a una persona che dietro le quinte si è sempre impegnata con
la massima serietà per la Palestina. Ha seguitato a lavorare in silenzio e in
penombra fino al giorno prima di morire. Vorrei
che si sapesse che nel mondo ci sono persone come Carmela, persone che non
ambiscono a medaglie e complimenti ma che sono sempre presenti, sia con gli
amici in qualsiasi momento questi ne abbiano bisogno, sia con le cause nobili
scelte tanti anni fa e mai abbandonate.