Ora si vive
in un periodo storico che deve farci riflettere, lo dice la lettera
indirizzata all’Onu, pochi mesi fa, dai responsabili di 5 stati nucleari, tra
cui Stati Uniti e Russia. Lettera che dimostrerebbe la consapevolezza che
una guerra nucleare sarebbe distruttiva per tutti e che in buona fede
(!) ne parleranno tra loro. Oserei dire che se ci fosse una consapevolezza
autentica, una negoziazione vera, sentita, sarebbe partita subito, pensando
solo alle spese che ogni stato, anche non direttamente nucleare come il nostro,
affronta per una difesa che non è più tale. A proposito, mi scusi,
Severgnini, non c’è nulla da dire sul fatto che una guerra nucleare tra due o
più stati riguarderebbe tutti gli altri non in guerra, per i fumi in
genere, compreso quelli radioattivi e per il cosiddetto inverno nucleare
susseguente? È mai accaduto nella Storia fino ad oggi? Ed è normale? Posso dirle che la guerra in Ucraina c’è dal 2014 e che nessuno ha pianto
per i 14.000 morti avvenuti negli scontri? O, forse, bisogna piangere solo a
comando, adesso? Non si poteva negoziare tutto questo invece di “giocare”, entrambe
le parti, a fare i vincitori, nei fatti, sulla pelle degli altri? Chi scrive è stato obiettore di coscienza negli anni 66/68, con 26 mesi di
carcere militare complessivo, di cui ho l’indicazione nella mia fedina penale.
Sono sostenitore della tesi della responsabilità personale indicata a
Norimberga e valutata nel libro Psicanalisi della guerra atomica di
F. Fornari, mai applicata dagli Stati, perché troppo comodo per loro gestire la
vita dei propri cittadini e non considerare la propria violenza, ma solo
quella degli altri. Dalla Seconda guerra mondiale ci sono stati insegnamenti, ma ognuno ha
pianto i propri morti e trovato un facile colpevole nel nazismo.
Colpevolizzandolo giustamente, ma senza mettersi in gioco, siamo all’oggi.
Grazie per una eventuale pubblicazione, saluto. Giuseppe Bruzzone(Obiettore di coscienza, Milano)