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lunedì 11 aprile 2022

SEVERGNINI E LA GUERRA
 


Caro Severgnini


Ora si vive in un periodo storico che deve farci riflettere, lo dice la lettera indirizzata all’Onu, pochi mesi fa, dai responsabili di 5 stati nucleari, tra cui Stati Uniti e Russia. Lettera che dimostrerebbe la consapevolezza che una guerra nucleare sarebbe distruttiva per tutti e che in buona fede (!) ne parleranno tra loro. Oserei dire che se ci fosse una consapevolezza autentica, una negoziazione vera, sentita, sarebbe partita subito, pensando solo alle spese che ogni stato, anche non direttamente nucleare come il nostro, affronta per una difesa che non è più tale. A proposito, mi scusi, Severgnini, non c’è nulla da dire sul fatto che una guerra nucleare tra due o più stati riguarderebbe tutti gli altri non in guerra, per i fumi in genere, compreso quelli radioattivi e per il cosiddetto inverno nucleare susseguente? È mai accaduto nella Storia fino ad oggi? Ed è normale?
Posso dirle che la guerra in Ucraina c’è dal 2014 e che nessuno ha pianto per i 14.000 morti avvenuti negli scontri? O, forse, bisogna piangere solo a comando, adesso? Non si poteva negoziare tutto questo invece di “giocare”, entrambe le parti, a fare i vincitori, nei fatti, sulla pelle degli altri?
Chi scrive è stato obiettore di coscienza negli anni 66/68, con 26 mesi di carcere militare complessivo, di cui ho l’indicazione nella mia fedina penale. Sono sostenitore della tesi della responsabilità personale indicata a Norimberga e valutata nel libro Psicanalisi della guerra atomica di F. Fornari, mai applicata dagli Stati, perché troppo comodo per loro gestire la vita dei propri cittadini e non considerare la propria violenza, ma solo quella degli altri.
Dalla Seconda guerra mondiale ci sono stati insegnamenti, ma ognuno ha pianto i propri morti e trovato un facile colpevole nel nazismo. Colpevolizzandolo giustamente, ma senza mettersi in gioco, siamo all’oggi. Grazie per una eventuale pubblicazione, saluto.
Giuseppe Bruzzone (Obiettore di coscienza, Milano)