Caro
Angelo, purtroppo,
di armi nucleari il nostro Paese ne è pieno e c’è il rischio reale che, in casi
malaugurati, si possano adoperare. Queste bombe non sono eterne e hanno una
vita; dopo pochi anni diventano obsolete perché sono superate dai nuovi
modelli. È giusto ciò che viene detto: non siamo in guerra direttamente, ma,
inviando armi agli Ucraini, è come se lo fossimo per la prova transitiva. Fin
quando parlano le armi non parlano le bocche; ai colloqui di pace si va col
ramoscello d’ulivo e non con piani di minaccia o di ricatto. Sono
certo che persone comuni, come te, ma molto assennate e ricche di argomenti,
potrebbero essere la soluzione a mettere fine alla guerra. Basterebbe portare
pochi articoli di Odissea, per mettere tutti a tacere. Parlare ai sordi, si
perdono solo tempo ed energie; però, sarebbe più grave girare la faccia
dall’altra parte e far parlare solo l’indifferenza. Non
ci resta che aspettare e sperare che il tarlo della speranza scavi profondi
solchi nelle menti dei contendenti e faccia capire che la guerra non è mai la
soluzione dei problemi. Potrà essere solo utile a sollevarli, ma non a
risolverli con la sola forza. Gli spiriti, dei tanti morti in guerra,
potrebbero andare di notte nelle case di coloro che hanno in mano le leve del
potere e disturbare il loro sonno; solo guardando in faccia la morte si potrà
dare un senso alla vita. Carmine
Scavello