A nome mio no Caro
Angelo, sono davanti al televisore e non sento che ripetere, ignominiosamente,
che per arrivare alla pace è necessario che i due eserciti, russo e ucraino,
pervengano a una parità di forze sul campo. Per cui, mi ritrovo ad ascoltare
politici e giornalisti che non hanno sicuramente mai aperto un libro di storia,
e che abbiano conseguito le loro lauree di merda a raffiche di calci onorevoli.
A me, infatti, risulta, avendoli i libri di storia almeno aperti, che tutti i
conflitti, da che mondo è mondo, sono sempre terminati, e giunti alla pace,
allorquando una delle due coalizioni belligeranti ha prevalso sull’altra. Se la
stessa Russia non avesse neutralizzato la resistenza teutonica, alla fine della
Seconda guerra mondiale, Hitler non si sarebbe arreso e suicidato. Lo stesso è
accaduto per tutte le guerre del passato più remoto, a cominciare, senza
bisogno di uscire dall’ambito nazionale, da quelle combattute da Cesare,
Augusto ed Ezio a quelle, anch’esse vinte sul campo, da Carlo Alberto,
Garibaldi e Diaz. Per non parlare poi di quelle assai più recenti, combattute
dalla Nato, per sopraffare Iraq, Jugoslavia e Libia.
I
giornalisti e i politici che stanno, in questo momento, esprimendo le loro
insensatissime argomentazioni, mi sembrano degli acefali, ossia dei
mostriciattoli senza né testa e, per ciò stesso, neppure cervello. L’inviare
armi all’Ucraina non è, secondo le loro farneticazioni, solo il motivo per
portare a pareggiare le forze dei due contendenti sul campo, ma anche, e
soprattutto, per illudere, en cachette,il povero stato invaso, di poter battere la
seconda potenza militare del mondo, e ciò servendosi dell’ingenuo suo capo, Zelensky,
che, con tutta la sua ingenuità, fa comunque credere, a tutti gli occidentali,
che sta lottando per la loro democrazia, e non per onorare l’egoistico scopo di
riempirsi gli arsenali sempre più di armi e le banche sempre più di miliardi. E
non sa, il poveretto, che tutti quei soldi, con cui lo stanno coprendo dalla
testa ai piedi, dovrà pur restituirli, con gl’interessi, a tutti coloro che gli
andranno a ricostruire, città dopo città, l’Ucraina, che egli stesso, non
essendo stato in grado di proteggere, ha fatto, comunque, quasi del tutto
distruggere. E non s’accorge neppure che lo stanno costringendo a resistere per
potere (con aggiunto anche il pretesto, irrealizzabile, di indebolire la
Russia), trovare, a fine conflitto, essa Nato, più città da ricostruire e più
miliardi, fintamente datigli, da riprendersi. E
per tornare alla questione sulla pace da raggiungere, la Russia, quale potenza
nucleare che essa è, non si rassegnerebbe mai a perdere la faccia nei confronti
di un esercito, da lei considerato un’accozzaglia di gay, drogati e neonazisti.
Piuttosto, ricorrerebbe, senza pensarci due volte, essendo anche una invadente
e maledetta dittatura, agli estremi rimedi. Così come vi ricorsero gli
esportatori di democrazia nel mondo per eccellenza, nei confronti del Giappone,
nella Seconda guerra mondiale. Quanto al tanto invulnerabile battaglione Azov
decantato dalla mattina alla sera per la sua eroica resistenza, dalla nostra
televisione, da settimane non sta esplodendo neppure un colpo a difesa della
sua amatissima patria. Anzi, sta permettendo, da parte dei russi invasori, la totale
distruzione dell’acciaieria più grande d’Europa, che esso avrebbe potuto
salvare, dai bombardamenti dal cielo, rifugiandosi altrove. Ci si chiede a chi
sta ancora opponendo la sua eroica resistenza, se tutti i civili sono stati ormai
evacuati? ai topi sottoterra? I civili non sono stati da esso protetti. Sono
stati i civili che hanno protetto lui. Ora, protetti o non protetti, si
vorrebbe che il capo di stato, attualmente più importante del mondo, Zelensky,
lo ponesse almeno in salvo, e che non gli facesse fare la stessa fine della
struttura che lo tiene al riparo dai missili. Dovrà porlo in salvo non solo per i molti
feriti che ha fra i suoi soldati, ma anche, e soprattutto, per non gettare
nella più cupa disperazione tutte le consorti dei suoi arruolati, che anche
dall’Italia invocano la sua tanto desiderata salvezza.
Dalle
verità che vengo adducendo, potrei sembrare un filorusso. Non lo sono per
niente. Sono uno a cui piacciono le cose giuste e sensate, e non che portino a
un disastro nucleare, come, ad esempio, lo si sta rischiando, per
l’intemperanza e arroganza dell’Occidente, da parecchio tempo, e come potrebbero
portarci dentro le maniacali e criminali incitazioni, da parte del Regno Unito,
a fare entrare subito, proprio quando la contingenza è tutta in fiamme,
Finlandia e Norvegia nella Nato. Le quali, anch’esse, se avessero un po’ di
ritegno, e rispetto per gli altri, e non solo per la propria pelle a discapito
degli altri, non asseconderebbero l’efferata proposta del Regno albionico (persino
Zelensky non ne fa più menzione). Né il resto dell’Occidente, che le aspetta a
braccia aperte, come vengono farneticando, giorno dopo giorno, i vari
rappresentanti, su ogni mezzo di comunicazione, si astiene dall'assecondarlo. Colpevole, quest’ultimo, nella persona di
Biden, di avere messo il sonaglio alla tigre, come fu detto da Xi, e di non
averglielo ancora tolto, dacché nessuna salvifica e saggia proposta di pace è
stata ancora da lui avanzata, collocandosi, per questo, nella stessa infima e infame
posizione della Russia, che, a questo punto, si vede ancor più libera di
proseguire nel suo massacro di tanti innocenti ucraini e Ucraina. Senza parlare,
poi, della nostra Europa in sé e per sé, che (volendo mostrare i propri muscoli
che non ha), assieme agli stessi Usa e Regno Unito, ha gettato benzina sul già imperversante
inferno bellico, e mezzo mondo nella crisi più grande mai sofferta, che, se non
proprio, o non ancora, di natura apertamente militare, sicuramente economica,
di cui la nostra stessa russofoba Italia, soprattutto quella politica e mediatica,
ne sta facendo pagare a quella sua gran parte di cittadini, non in tempo,
purtroppo, ricredutisi, la siderale e irreversibile portata. Nicolino
Longo (San Nicola Arcella, Cosenza)