RITORNA IN SCENA LA LEGGE ELETTORALE? di
Franco Astengo
Nei
giorni scorsi il tema della legge elettorale sembrava tornato d'attualità:
scriviamo di legge elettorale e non semplicemente di "formula" per
l'attribuzione dei seggi perché il tema è stato affrontato da entrambi i lati,
da una parte il PD ha espresso nuovamente l'intenzione di ritornare al
proporzionale (questo per la "formula") e dall'altro lato il ministro
per i rapporti con il Parlamento ha tracciato alcune linee di modifica nella possibilità
di partecipazione al voto attraverso l'utilizzo di strumenti informatici : una
modifica che sarebbe attuata anche allo scopo di contrastare il crescente
astensionismo. Il
secondo punto, quello delle modalità di partecipazione al voto posto in relazione
alla diserzione dalle urne meriterebbe particolare attenzione e sarà il caso,
nel prossimo futuro, di dedicargliela (ad esempio non si è riflettuto
abbastanza sul colpo mortale dato alla percentuale dei votanti inferto dalla
Legge Bassanini con l'istituzione della tessera elettorale in luogo della
consegna, ad ogni scadenza, del relativo certificato). Torniamo
però al punto relativo alla formula elettorale cercando di indicare alcuni
elementi fondamentali per il dibattito: 1)
È indispensabile uscire dal tunnel di una formula elettorale elaborata sul
contingente degli interessi immediati delle forze politiche. La proporzionale
deve corrispondere al senso complessivo dell'indicazione costituzionale sulla
centralità del Parlamento. Le elezioni legislative generali, infatti, debbono
essere indirizzate a costruire la rappresentanza politica e territoriale del
Paese e non ad eleggere direttamente l'esecutivo. Un adeguato livello di
rappresentanza, sia politico sia territoriale, appare però molto difficile da
realizzare nelle Camere a "scartamento ridotto" costruite attraverso
la disastrosa scelta di riduzione del numero delle elette/i; 2)
Deve essere restituita ad elettrici ed elettori la possibilità di scegliere i
propri rappresentanti. Se si mantiene lo schema dell'attuale formula elettorale
abolendo i collegi uninominali avremo 49 circoscrizioni mediamente con 8
candidati da eleggere. A questo punto si impone come elemento di discussione il
tema della espressione di preferenza, non essendo pensabile di mantenere le
liste bloccate come accade dal 1994 (va anche ricordato come per la parte
proporzionale anche nel Mattarellum, in vigore dal 1994 al 2001, non c'era la
possibilità di espressione di preferenza). Oppure si può scegliere la via di
una formula elettorale del tipo di quella utilizzata per il Senato dal 1958 al
1992 oppure per le Province fino al momento dell'elezione diretta che
prevedevano collegi uninominali e assegnazione proporzionale dei seggi o con il
metodo "Hare corretto" oppure "D'Hondt" (difficile però a
questo punto modificare la Costituzione nel punto dove indica la "base
regionale" dell'elezione per il Senato).