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sabato 18 giugno 2022

GERMINIE E LA DIPENDENZA
di Angelo Gaccione


 

Sarebbe possibile oggi nella realtà in cui ci troviamo immersi e dopo quanto accaduto nei costumi a seguito delle ribellioni e delle contestazioni dei tardi anni Sessanta, un personaggio come quello descritto dai fratelli Edmond e Jules De Goncourt nel romanzo Germinie Lacerteux? Germinie potrebbe apparire un caso limite tanto le condizioni economiche sono mutate rispetto alla Parigi della seconda metà dell’Ottocento, e tanto avanti si è spinta l’emancipazione delle donne. Ai nostri occhi apparirebbe inverosimile una personalità tanto subalterna e tanto masochista, e siamo certissimi che si ribellerebbe rifiutando ogni umiliazione, e manderebbe alla forca quell’avida aguzzina della signora (si fa per dire) Jupillon e di quel farabutto di suo figlio. Contesto sociale e ambiente culturale hanno un peso non da poco nelle vicende umane, e i Goncourt – universalmente riconosciuti come anticipatori del romanzo realista – le disgrazie della loro eroina proprio da quel contesto storico-sociale concreto le hanno attinte e le hanno fatto lievitare. È un mondo fatto di miserie umane destinate ad espandersi per accumulazione, tanto che davanti alla tragedia di questa donna di servizio di trentacinque anni, brutta e di origini contadine, i nostri sentimenti oscillano dall’umana pietà fino alla indignazione. Umana pietà per la devozione e l’amore che riversa verso il giovane Jupillon, indignazione perché Jupillon quell’amore non lo merita e lei si degrada fino all’autodistruzione, si lascia umiliare fino a farsi ridurre a una larva, ad un essere indegno. Ma siamo sicuri che i giorni nostri siano immuni di tali perversi meccanismi? Intanto va detto che la miseria e il degrado sono molto più diffusi nella nostra epoca di quanto si possa pensare, e tuttora la donna è in una posizione subalterna rispetto all’uomo. Una donna senza lavoro che la affranchi, resta un essere dominato da famiglie, mariti, compagni, da cui è costretta a dipendere. Se oltre che disoccupata è anche mamma, la sua condizione rasenta la schiavitù. Ribellarsi in queste condizioni è impossibile: sottostare o annientarsi, queste sono le uniche alternative. Ma dal punto di vista dei sentimenti, il rapporto di dipendenza masochistica può riguardare anche ceti benestanti e borghesi, così come donne colte e tutt’altro che prive di strumenti. Ricordiamoci che le canaglie, come gli sfruttatori, appartengono a tutti i secoli e a tutte le classi e che complicate e tortuose relazioni amorose con un perverso intrico psicologico, restano immutate a dispetto del tempo e della storia.