Caro Angelo Trovo molto chiaro, condivisibile e
logico quanto scrive Guido Salvini nel suo articolo “L’arma sbiadita di questi
referendum” su Odissea di ieri, sabato 4/06/22. Il referendum potrebbe essere
uno strumento utile sia per avvicinare i cittadini alla politica sia per avere
la possibilità di ascoltare un parere consultivo prezioso su questioni molto
importanti. Occorre però che da referendum abrogativo si trasformi in
referendum consultivo, semplicemente. È vero che un simile referendum non sarà
vincolante per chi governa ma non lo è stato troppo spesso neppure ora che è
abrogativo. Almeno avremmo la possibilità di costruire un dialogo tra cittadini
Governo e parlamento che non è mai troppo tardi. In questo Paese la dialettica
è annegata da tempo nella propaganda elettorale permanente e trovo inquietante
che per andare avanti l’Italia debba avere un Presidente del Consiglio pescato
al di fuori dei politici eletti. Da una parte meno male che esiste ancora
qualcuno che non ha paura di aiutare questo strano paese e dall’altra occorre
trovare il modo di mandare a casa una classe politica litigiosa ed inutile. I
cittadini si aspettano che le istituzioni a cui hanno delegato le funzioni
necessarie per vivere degnamente ed in pace funzionino e invece tra corruzione
e litigiosità non abbiamo nulla di che invidiare ad altri. Il referendum del 12
giugno, credo, faccia parte di questa modalità insana di lotta per il
potere. Giuseppe O. Pozzi (psicanalista, doc. universitario)