Il 24 giugno scorso
nell’enclave di Melilla, al confine tra Marocco e Spagna, è avvenuta l’ennesima
strage di innocenti! Orrore e morte alle frontiere dell’Europa nascono da una
politica razzista e criminale che l’Europa ha adottato e che è conosciuta con
il nome di “esternalizzazione delle frontiere.” All’alba
del 24 giugno circa duemila profughi africani (in buona parte sudanesi,
costretti a fuggire dal Sudan e dal Sud Sudan (in guerra civile) hanno tentato
di superare la rete metallica di confine, alta dieci metri! Solo 500 di loro
sono riusciti a raggiungere il valico di confine ed hanno assaltato l’ingresso.
La polizia è subito intervenuta con il lancio di lacrimogeni, generando una
spaventosa calca. Si parla di 37 profughi morti e numerosi feriti gravemente.
Solo 130 sono riusciti ad entrare all’interno dell’enclave spagnola, ma
purtroppo numerosi sono stati forzatamente costretti a ritornare in Marocco, in
violazione della legge internazionale. Molti feriti anche tra i poliziotti
marocchini e spagnoli. E’ questo il frutto amaro dei recenti accordi tra Spagna
e Marocco in attuazione della cosiddetta politica di “esternalizzazione delle
frontiere” che prevede lauti finanziamenti da parte dell’Europa ai governi del
Marocco, Libia, Tunisia, Turchia perché trattengano sul loro suolo i profughi
in fuga da guerre, da fame e cambiamenti climatici.Sono i disperati della storia che premono
alle nostre frontiere e che noi respingiamo. Questo è un genocidio strutturale.
Questa è l’evidente negazione dei diritti umani e, primo tra tutti, del diritto
alla vita. Sappiamo
che le frontiere europee sono altamente ‘permeabili’ al traffico di armi, di
organi, di bambini, di donne, di esseri umani, di animali e di sostanze
illecite. Ma le stesse frontiere europee sono quasi totalmente ‘impermeabili’
per coloro che, vittime di questo nostro sistema economico finanziario-militarizzato,
fuggono e cercano riparo da guerre, povertà, torture e carestie. È
un crimine contro l’umanità perpetrato in nostro nome. Non
possiamo tacere ma abbiamo il dovere di testimoniare e di opporci ad un
genocidio che il nostro mondo occidentale commette legalmente contro decine di
migliaia di disperati in cerca di speranza (quasi 50.000 sono sepolti nel
Mediterraneo). “È
inaccettabile che il negriero di ieri sopravviva nei governi che oggi tornano a
incatenare la libertà degli africani, subordinandola agli stessi interessi e
allo stesso potere” così scriveva il vescovo Angelo Agrelo, vescovo di Tangeri
(Marocco) quando, il 6 febbraio 2014, 15 profughi furono uccisi nel tentativo
di scavalcare la rete metallica dell’enclave di Ceuta. Per
questo invitiamo tutti gli individui e tutte le realtà associative di
volontariato e attivismo civile, sensibili a quanto sta accadendo ai nostri
fratelli profughi, a scendere nelle piazze d’Italia per dichiarare il nostro No
all’esternalizzazione delle frontiere e per chiedere il rispetto del diritto
alla libera circolazione dei migranti e a garantire percorsi sicuri e legali di
movimento. Aderiscono: Digiuno
di giustizia in solidarietà con i migranti Le
Veglie contro le Morti in Mare Refugees
Welcome Napoli Donne
in Nero Napoli Donne
in Nero Bergamo Centro
Sociale ex Canapificio Movimento
Migranti e Rifugiati di Caserta Mediterranea
SH Napoli Mediterranea
SH Milano Rete
Antirazzista Catanese ANPI
Codè Montagnani Marelli (MI) BAOBAB
Experience Gruppo
Porti Aperti Milano Rete
Milano Senza Frontiere UDI Associazione
Energia per i Diritti Umani Ora
in silenzio per la Pace Genova