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sabato 16 luglio 2022

PASOLINI PERSONAGGIO
di Angelo Gaccione

Pier Paolo Pasolini

Che Pasolini sia stato un personaggio, personaggio nell’accezione più ampia del termine, con tutto quanto di popolare, di riconoscibilità, di fama, di successo, grazie ad una forte esposizione sui mezzi di comunicazione di massa, non c’è dubbio alcuno. Con acclusi, ovviamente, i risvolti corrivi, “consumistici”, deteriori, “spettacolari”, che, proprio perché personaggio, i media si incaricano di garantire. I media alimentano il personaggio e il personaggio alimenta i media, in un connubio strettissimo e con un vantaggio reciproco. Gian Carlo Ferretti nel suo recente saggio dal titolo inequivocabile di Pasolini personaggio (Interlinea 2022, pagg. 198 € 18), lo definisce addirittura come il più grande personaggio del secondo Novecento italiano. In effetti non vedo a chi altri, nel campo delle lettere, si possa applicare questa definizione. Nessuno più di Pasolini si è sovraesposto pubblicamente come lui suscitando scandalo, feroci polemiche, insulti, processi, avversioni, rifiuti, contestazioni. E questo è avvenuto sia rispetto ai suoi nemici e detrattori, sia rispetto a quanti ideologicamente e culturalmente gli erano più contigui. Non solo cattolici e fascisti, ma anche anticlericali e marxisti. Basti pensare alle vicende dei suoi libri e film: censurati, sequestrati, processati. A partire da un certo tempo, non c’è stato argomento su cui ha scritto o preso la parola che non abbia creato polemiche e, a volte, veri e propri scontri. Ma come si diventa personaggio? Fondamentalmente utilizzando in maniera cinica i mezzi di comunicazione di massa e, allo stesso tempo, lasciandosi usare da essi, offrendo loro l’occasione ghiotta per amplificare e rilanciare ogni tipo di polemica, ogni tipo di scandalo, incurante che diventi cronaca: sia essa politica, letteraria, sessuale, religiosa. Che da privata diventi pubblica e non risparmi nessun anfratto. E Pasolini di materia gliene ha offerta a bizzeffe: col suo modo di vivere e di essere; di interventi sui temi più conflittuali rifiutando ogni prudenza, ogni compromesso, ogni moderazione. Spesso fino al rischio personale, all’isolamento. La sua stessa morte darà materia abbondante alla cronaca nera e giudiziaria; a quella politica e culturale. Lo scandalo accresce la popolarità del personaggio, il suo carisma, la sua autorità. Le prese di posizioni non conformiste, estreme, sovvertitrici, lo elevano a icona, a simbolo, a mito. E tutto ciò indipendentemente dalla condivisione o meno delle vedute e delle idee. Ferretti non trascura nessuno degli aspetti che rendono personaggio Pasolini, neppure quelli più abusati o incarnati nella cultura pop come la Street Art. Non per nulla sulla copertina del libro compare la foto di un murales realizzato in una zona di Roma in cui è raffigurato Pasolini che tiene in braccio sé stesso. Un sé stesso cadavere, con la testa riversa, le braccia penzoloni e l’espressione dolente come un Cristo appena trafitto. L’opera di Ernest-Pignon-Ernest (è lui l’autore del murales) presenta i due corpi del poeta a grandezza naturale. 



La copertina del libro


Non possiamo fare a meno di andare con la memoria a come per tutta la vita egli non abbia fatto altro che esporsi: esporre il corpo e le idee con la stessa radicalità. Corpo e idee alla mercé e come merce: nell’agorà intellettuale e nei luoghi del piacere sottoproletario. Manca, in questa puntigliosa e documentata rassegna di Ferretti, un accenno al brano musicale del cantautore Fabrizio De André dal titolo: “Una storia sbagliata”, scritto assieme a Massimo Bubola nel 1995. Commissionato al cantautore dalla Rai è espressamente dedicato alla morte del poeta. 



Ferretti e Gaccione, Milano 1° giugno 2022
a casa di Ferretti

E, visto che alla morte del poeta è dedicato uno spazio significativo del libro, una citazione del mio scritto “Pier Paolo Pasolini un intellettuale contro il potere” del 2 gennaio 2015 e pubblicato in quello stesso anno nel numero monografico di Capoverso in occasione del quarantesimo della scomparsa dello scrittore, per il taglio che gli è stato dato, una citazione l’avrebbe meritata. Il libro di Ferretti ha il grande merito di presentarci il personaggio Pasolini nella doppia veste di artista e di uomo non scevro dalle stridenti contraddizioni in cui si dibatte. Ipercritico della società consumista e della sua empietà, ma non indifferente alle seduzioni della società dello spettacolo. Fino a divenirne, appunto, personaggio.