Pubblico
in estasi per il “Raimondo” di Toni Servillo. Catanzaro. La XXII edizione di Armonie d'Arte Festival ha
inaugurato col botto. Strapiena la platea del Parco Archeologico di Scolacium
per la prima serata dell'intensa programmazione pensata e organizzata dal
direttore artistico Chiara Giordano, rientrante nel progetto promosso dalla
Regione Calabria-Dipartimento Turismo “Calabria Straordinaria”.
Foto di Antonio Renda
Toni Servillo ha stregato il pubblico con la sua inconfondibile
voce narrante per “Raimondo, Vaniloquio non vano”.
Uno straordinario lavoro di squadra quello realizzato per una
produzione di Armonie d’Arte, in prima assoluta, con la presenza di artisti
eccezionali. Il melologo inedito dello scrittore e critico letterario Silvio
Perrella, le musiche originali del compositore Vincenzo Palermo, la
partecipazione di Alfio Antico con i suoi tamburi siciliani, Maya Palermo solista
al flauto, il coro femminile Ensemble Sententie Sonantes diretto da Alexandra
Rudakova: una realizzazione perfetta che ha stregato il pubblico di Armonie
d'Arte, esultante per la standing ovation finale. Ha destato notevole
suggestione l'opera ispirata dalla figura alta, controversa ma fascinosa, di
Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero, ricordato per la “sua” eccezionale
Cappella con il Cristo velato a Napoli, e simbolo di pensiero libero, laterale,
non omologato, non di propaganda, assetato di
innovazione. Raimondo-Toni Servillo
prende la parola rivolgendosi a una donna fantomatica, che di volta in volta
assume nuovi nomi. Parlandole Raimondo “sale”, cercando “vastità di sguardo”.
Prima Sisifo, poi Prospero senza scettro, ma soprattutto Uomo-Cristo, si
racconta a fiato perso, squaderna il suo mondo interiore, vela e svela chi sia,
cosa voglia, perché per lui sia così essenziale essere liberi, capaci di
correggere i propri errori, sempre pronti a rimettersi in gioco. La lingua
usata da Perrella lo scolpisce, ne fa un essere sonante, s’insinua nella sua
psiche. E da questa lingua parte Toni Servillo per dare voce e corpo sonoro a
quello che possiamo definire un pellegrino della libertà d’invenzione. Il
grande attore ne segue l’ascesa, punteggiata dal ritmo indiavolato di Alfio
Antico, che trae dai suoi tamburi siciliani veri e propri terremoti sonori ed
emotivi. Sale, sale Raimondo fino alla radura da cui ogni cosa è visibile e lì
viene preso “da formicolio di canto”. Il compositore Vincenzo Palermo - che
dopo una introduzione, quasi viatico ad apertura del lavoro con un tema
cinquecentesco su cui innesta un tessuto musicale di fattura tutta
contemporanea - traduce questo suo desiderio in coro femminile e lunghe note di
flauto; ne fa un’isola di meditazione quieta, che anticipa la “discesa” di
Raimondo. Lo stesso Servillo asseconda il desiderio della voce di librarsi
nell’aria. L'attore ha ricevuto uno speciale riconoscimento, la “Maschera
d'Argento”, realizzata dai Maestri Orafi Michele e Antonio Affidato, simbolo
della cultura Magnogreca. Armonie d'Arte Festival ha
ripreso il suo luccicante corso per una stagione imperdibile, a detta degli
spettatori.