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giovedì 25 agosto 2022

RISCHI PER LA MOSCHEA DI AL-AQSA 

 
Gravi rischi per la Moschea di Al-Aqsa, la comunità internazionale deve assumersi le proprie responsabilità per fermare le violazioni israeliane.
 
In occasione del 53° anniversario dell'attacco incendiario compiuto contro la Moschea di Al-Aqsa, luogo che occupa un posto speciale nel cuore dei musulmani di tutto il mondo, l'Organizzazione Europei per al-Quds assiste con grande preoccupazione all’attuazione di tutte quelle misure israeliane volte a giudaizzare la Moschea di Al-Aqsa e ad imporre una divisione temporale e spaziale all’interno di essa. L'Organizzazione sottolinea che l'anniversario dell'incendio doloso di Al-Aqsa giunge quest'anno nel contesto di un progetto israeliano che mira ad indebolire le mura di Al-Aqsa e a sconvolgerne la struttura, come parte di un piano strategico più ampio volto a modificarne la realtà, in quanto luogo pubblico, imponendole la giudaizzazione. Il progetto israeliano consiste nei continui scavi effettuati sotto e intorno alla moschea, con l'intensificazione delle incursioni e delle persecuzioni attuate all’interno dei suoi cortili e nei dintorni di essa, compresa l'area dei palazzi Omayyadi. Tali scavi hanno provocato la rottura di alcuni muri e la caduta di pietre per le quali ne viene impedito il restauro, accompagnati dall'esecuzione pubblica di rituali talmudici e preghiere, dall'espansione della Porta di Mughrabi e dall'inclusione di Al-Aqsa nell'elenco dei luoghi ritenuti sacri dagli ebrei. Secondo i dati raccolti dalle autorità di supervisione di Al-Aqsa, le autorità israeliane hanno condotto 64 scavi sotto la moschea e nei suoi dintorni dall'occupazione avvenuta nel 1967, 53 dei quali sono stati completati, mentre 11 sono tuttora attivi e nessuno conosce a quale stadio siano arrivati, minacciando in questo modo l'esistenza culturale e umana della moschea. Israele sta inoltre agendo con lo scopo di giudaizzare la Moschea di Al-Aqsa utilizzando tre metodi. Il primo consiste nell'isolare la moschea dalle zone attorno attraverso gli scavi effettuati per la giudaizzazione della piazza Al-Buraq che si sono spostati sul lato occidentale, aprendo diverse brecce nel muro di Al-Aqsa. Il secondo metodo confida sulla minaccia alla stabilità degli edifici islamici e sull'indebolimento delle fondamenta e delle mura della moschea. Per quanto riguarda l'ultimo metodo utilizzato, esso mira al conferimento ufficiale della legittimità israeliana alle procedure volte alla giudaizzazione. Tra le sfide più importanti che la Moschea di Al-Aqsa deve affrontare vi sono l'ostruzione e gli impedimenti israeliani ai lavori di restauro e manutenzione che minacciano seriamente gli edifici della moschea, sia all'interno che all'esterno.
L'Organizzazione Europei per Al-Quds sottolinea che l'anniversario dell'incendio doloso della Moschea di Al-Aqsa è un'occasione importante nella quale tutti dovrebbero rendersi conto della gravità dei pericoli e delle minacce israeliane volte ad attaccare la moschea.


Hanno paura dei bambini...
 
Il 21 agosto 1969, un cristiano australiano estremista, Dennis Michael Rohan, tentò di appiccare il fuoco alla Moschea di Al-Aqsa, distruggendo alcune parti della Moschea di Al-Qiblah, l'edificio principale situato all'interno del complesso di Al-Aqsa, tra cui il pulpito in legno e avorio risalente a 1.000 anni fa e di valore inestimabile, posto in questo luogo dal leader musulmano Salah al-Din. L'incendio ha interessato la zona orientale della sala di preghiera, situata sul lato meridionale della Moschea di Al-Aqsa. Le fiamme hanno divorato 1.500 metri quadrati, oltre un terzo della superficie della cappella di Al-Qibli che è di 4.400 metri quadrati. L'edificio è stato gravemente danneggiato e sono stati necessari molti anni per ripristinarlo assieme alle sue decorazioni. L'incendio ha divorato anche lo storico pulpito della moschea che Salah al-Din al-Ayyubi aveva portato dalla città di Aleppo quando i musulmani ebbero riconquistato Gerusalemme, nel 1187. Questo bellissimo pulpito aveva un valore speciale, poiché il sultano Nur al-Din Zangi ne aveva ordinato la realizzazione proprio per il giorno della liberazione di al-Aqsa.
Ciò è accaduto nell’ambito di una serie di misure e politiche attuate dall'occupazione israeliana a partire dall'occupazione della città avvenuta nel 1948, con l'obiettivo di cancellare l'identità islamica di Gerusalemme, imponendone la giudaizzazione e consacrando la presenza degli insediamenti coloniali. Negli ultimi decenni, questa politica non si è fermata, anzi negli ultimi tempi si è intensificata, fino ad arrivare al punto in cui le forze di occupazione hanno ripetutamente violato la Moschea di Al-Aqsa prendendola d'assalto, hanno attaccato i fedeli e hanno permesso ai coloni di fare incursioni e di sfilare in lunghe marce, come è accaduto anche lo scorso maggio quando tutto ciò ha provocato l'aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza. Europei per Al-Quds ribadisce che l'anniversario dell'incendio doloso della Moschea di Al-Aqsa è un'occasione per ricordare la portata del crimine praticato dalle autorità israeliane contro la moschea e l'intera città di Gerusalemme, nella quale gli abitanti originari devono affrontare le peggiori forme di discriminazione razziale attualmente esistenti nell'era moderna. Gli abusi e le violazioni di cui sono vittime la moschea e gli abitanti di Gerusalemme accrescono la loro fede nella legittimità della loro causa e rafforzano il legame dei Palestinesi e degli altri musulmani con la loro prima Qibla, respingendo ogni tentativo di imporre su di essa una divisione temporale o spaziale. In questa occasione, l'Organizzazione Europei per Al-Quds elogia i gerosolimitani che si ostinano a difendere la loro città nonostante l'oppressione e il terrorismo israeliano,
ed esorta i musulmani e i popoli liberi del mondo a sostenerli nella loro legittima lotta per la liberazione dall'occupazione e per l'esercizio del diritto alla libertà di culto e alla conservazione delle loro sacralità. 
Europei per Al-Quds