Sintesi
della relazione svolta da Franco Astengo all’assemblea dell’Associazione “Il
rosso non è il nero” (Savona 6 settembre 2022). La
prospettiva politica che si presenta alla vigilia delle elezioni può essere
così riassunta: 1) Governo di destra se la
coalizione Fdi-Lega-FI supera il 65% dei seggi alla Camera e al Senato e all’interno
della coalizione Fratelli d’Italia consegue la maggioranza assoluta (120 seggi
su 240 alla Camera); 2) In caso contrario ritorna
in scena la prospettiva delle larghe intese e del governo tecnico (che sarà
richiesto dalla crescita di peso delle politiche pubbliche su base
sovranazionale, considerato il combinato disposto tra emergenza sanitaria,
guerra, speculazione finanziaria). Premesso: a) che il richiamo al “voto
utile per la democrazia” lanciato dal segretario del PD appare del tutto
campato in aria stante i meccanismi presenti nella formula elettorale che lo
stesso PD non solo aveva votato, ma di cui un suo esponente (poi passato a IV)
era stato relatore. In seguito lo stesso PD ha contributo a mantenere in vita
questa formula nonostante gli evidenti profili di incostituzionalità: b) assieme a molti altri
elementi il tema costituzionale è quello che rende il sistema estremamente
fragile come abbiamo visto seguendo nel corso degli anni i fenomeni della
personalizzazione, dell’astensionismo, della volatilità elettorale. Fragilità
alla quale ha sicuramente concorso il M5S puntando prima sulla delegittimazione
delle istituzioni poi convertendosi, con una operazione di gigantesco
trasformismo, in una logica di governo populista e opportunista; c) si pone il tema di una
possibilità a sinistra di riuscire nell’intento di superare la soglia e
conseguire una rappresentanza parlamentare. Sinistra della quale non si possono
comunque omettere i limiti profondi accumulati in anni di mancata espressione
di autonomia politica attorno ai temi decisivi della nuova qualità delle
contraddizioni sociali: un’assenza di progettualità sistemica che ha portato le
diverse formazioni seguite alla diaspora della sinistra storica in una
dimensione di assoluta marginalità.
Per
arrivare a ottenere un risultato di presenza istituzionale della sinistra, che
appare comunque di una qualche importanza per la democrazia italiana ed
europea, è necessario allora riflettere su due punti: 1) una maggiore definizione
di identità legata alla condizione economico- sociale dei propri ceti di
tradizionale riferimento soprattutto al riguardo dell’opzione di ricerca della
pace nel conflitto europeo in corso; dell’intervento pubblico in economia
(mentre a destra si lavora su nazionalismo e corporativismo) da realizzarsi nel
quadro sovranazionale; della difesa delle condizioni materiali di vita dei
lavoratori dipendenti dall'inflazione. Rispetto alla difesa delle condizioni
materiali di vita per lavoratrici, lavoratori, pensionate, pensionati, nell’immediato,
una proposta possibile potrebbe essere quello dell’utilizzo della tassazione
sugli extra-profitti delle aziende energetiche (ma non solo se si pensa alla
speculazione sui generi alimentari) per finanziare almeno per 12 mesi il
ripristino della scala mobile adeguando ogni 3 mesi stipendi e salari al tasso
effettivo di inflazione. 2) l’avvio di un discorso
che preveda, per l’immediato post-elezioni, una fase di concreta interlocuzione
tra i diversi soggetti politici, associativi, espressione di diverse realtà
culturali con il fine di porre con i piedi per terra i termini concreti di un
adeguato recupero disoggettività di
sinistra.