Como. Una collettiva di denuncia contro la
Guerra, in ogni sua espressione e declinazione, per riflettere non solo
sull'attuale situazione in Ucraina, ma più ampiamente sull’azione distruttiva
che ogni evento bellico porta con sé.È
l’iniziativa di “The Art Company Como”, dal titolo “Arte contro le guerre”, a
cura di Luigi Cavadini, che intende dar voce, attraverso l’opera di ventidue artisti,
agli orrori della guerra. L’azione distruttiva della guerra si mischia,
nelle opere esposte, a messaggi di speranza, andando oltre una logica
dicotomica che vuole divedere il mondo tra vincitori e vinti e allargando,
così, il nostro cuore e la nostra comprensione. Si tratta, come afferma
Cavadini, di «una dichiarazione esplicita degli artisti di The
Art Company Como contro le guerre, con un messaggio che punta al cuore e
alla mente attraverso lavori che nascono dalla sensibilità di ciascuno e che
rappresentano l’intimo bisogno di ciascun uomo di liberare il mondo dalle
violenze e dalle sopraffazioni. Pensieri che si fanno immagine e che invitano
tutti a riflettere e a contribuire con le proprie forze e i propri
atteggiamenti a costruire un futuro di pace». Ventidue opere che paiono levarsi come un grido di
dolore e di denuncia verso un mondo che sembra restare avvolto nell’oscurità e
nel dolore, nel tentativo di aprire nuovi bagliori di speranza e rinascita. Una
denuncia e un monito, quella racchiusa in ogni opera, che ricorda come in guerra
non esistono né vinti, né vincitori. Ciò che si perde, è la pace. I proventi di questa iniziativa saranno devoluti
ad associazioni del territorio che si occupano di tutelare minori rifugiati di
guerra. Artisti coinvolti: Orietta
Barnasconi, Filippo Borella, Elena Borghi, Piero Campanini, Adraino Caverzasio,
Alessio Centemeri, Judith Holstein, Matteo Galvano, Giulio Mantovani, Angelo
Marsilio, Marzia Mauri, Giovanni Menta, Carmen Molteni, Lorenza Morandotti,
Giovanni Padovese, StefanoPaulon, Carlo Pozzoni, Pierluigi Ratti, Gianni Rodenhäuser, Gianfranco Sergio,
Antonio Teruzzi più un’opera solo in esposizione di Sergio Tagliabue.