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venerdì 4 novembre 2022

LULA

Il dirigente del Partito dei Lavoratori, Luiz Inacio Lula da Silva, si è imposto di fronte all’esponente dell’estrema destra, Jair Bolsonaro, nel secondo turno delle elezioni presidenziali che si sono svolte questo 30 di ottobre. Il Tribunale Superiore Elettorale (TSE) con il 100% dei voti scrutinati, ha confermato la vittoria di Lula, il quale ha ottenuto 60.345.999 voti, pari al 50,9% dei voti validi, contro i 58.206.354, pari al 49,1%, ottenuti da Bolsonaro. Dopo essere stato Presidente durante due mandati, 2003-2006 e 2007-2010, Lula da Silva si appresta per la terza volta a governare il più grande e popoloso Paese dell’America Latina. Gli aventi diritto al voto sono 156,4 milioni, in un Paese dove il voto è obbligatorio. La giornata elettorale è stata caratterizzata dai tentativi della Polizia Stradale Federale (PFC), il cui direttore generale, Silvinei Vasques, aveva apertamente manifestato il suo appoggio a Bolsonaro, di ostacolare il traffico per impedire agli elettori di esercitare il loro diritto al voto. Ciò soprattutto nelle zone del Paese, come ad esempio il nord est, dove più forte è l’appoggio a Lula. Questa azione è stata denunciata dal Partito dei Lavoratori di Lula. Durante la notte italiana tutti i leader progressisti latinoamericani hanno espresso le loro congratulazioni al Neopresidente. Mentre la Casa Bianca ha emesso un comunicato che legittima le elezioni definendole “libere, giuste ed affidabili”, accompagnandolo dai complimenti di Biden a Lula che ha affermato “spero che lavoreremo insieme durante i prossimi mesi ed anni, per continuare la cooperazione tra i due Paesi”. Questo comunicato si configura come un invito non celato a Bolsonaro a farsi da parte. Nel momento in cui scriviamo, l’ormai ex Presidente non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione, ma a questo punto il clima che si è creato è a lui totalmente sfavorevole. Vedremo se presenterà un ricorso presso il TSE per contestare il risultato, ma gli esperti dello stesso Tribunale Superiore Elettorale affermano che non cambierebbe il risultato finale.

Comitato Contro la Guerra Milano