TORNARE AL PROPORZIONALE
Per una
nuova legge elettorale, ora.
Le
elezioni del 25 settembre hanno reso non più rinviabile un radicale cambiamento
delle regole elettorali. La nuova legge elettorale deve essere di tipo
proporzionale, garantendo che elettrici ed elettori possano scegliere
direttamente i parlamentari, senza liste bloccate, togliendo ai capipartito la
decisione su chi debba essere eletto, come è accaduto finora.
La crescita dell’astensione dal
voto (+ 9%) ha raggiunto il livello più alto in elezioni politiche e sottolinea
la crisi di questo sistema elettorale.
La maggioranza attuale ha
ottenuto il 59% dei seggi con il 44% dei voti, grazie ad un premio di
maggioranza di fatto del 15 %, sostanzialmente con gli stessi voti del 2018. Nel
2006 la coalizione di centro sinistra ottenne 19.002.598 voti, mentre nel 2008
quella di centro destra ne ottenne 17.064.506, entrambe con una chiara
maggioranza di voti e di parlamentari. Malgrado il sistema elettorale
dell’epoca presentasse aspetti negativi e incostituzionali vi era comunque un
rapporto tra percentuale di voti e percentuale dei seggi più coerente del
“rosatellum”, arrivato a sproporzioni inaccettabili. Il “rosatellum” ha
compresso al massimo la possibilità di scelta degli elettori. Mentre la legge
elettorale dovrebbe aiutare a ristabilire un rapporto di fiducia tra elettori
ed eletti, superando l’attuale frattura. Il punto più grave è che l’elettore è
costretto a votare congiuntamente per il candidato nel collegio maggioritario
che per le liste collegate nel proporzionale. I capi dei partiti decidono sia
le candidature nel collegio uninominale che i nomi della lista bloccata
proporzionale, impedendo agli elettori di scegliere direttamente i loro
rappresentanti. Le leggi
elettorali decidono la rappresentanza parlamentare, traducendo i voti in seggi
e determinano la qualità del sistema politico, aumentandone o diminuendone il
tasso di democraticità.
La legge attuale contiene un
premio di maggioranza di fatto che cambia pesantemente il risultato in seggi
parlamentari rispetto ai voti espressi dal corpo elettorale, alterando di
conseguenza il principio costituzionale dell’eguaglianza del voto dei cittadini
e modificando il bilanciamento dei poteri e dei ruoli previsti dalla
Costituzione. Inoltre abbassa in modo occulto la soglia dei due terzi dei
parlamentari, rendendo così possibile cambiare la Costituzione (art 138)
togliendo alle opposizioni e ai cittadini dissenzienti la possibilità di
esprimere la loro contrarietà nel referendum popolare, come invece è accaduto
nel 2016. C’è oggi il rischio di una seria crisi della democrazia che può
coinvolgere tutto l’assetto istituzionale, per questo è decisivo cambiare
subito la legge elettorale. Il ruolo del Parlamento è ai minimi storici della considerazione
pubblica. La risposta è ristabilire la centralità del Parlamento, senza il cui
ruolo fondamentale tutto il nostro sistema democratico è squilibrato. Oggi il
vero legislatore è il Governo con una negativa confusione di ruoli che
contraddice la Costituzione.
L’approvazione di una nuova legge
elettorale deve ridare centralità alla rappresentanza delle elettrici e degli
elettori che è premessa indispensabile per costruire qualunque cambiamento
positivo. La legge elettorale da sola non risolverà la crisi di credibilità del
parlamento e dei parlamentari, ma essa è il passaggio fondamentale per
ristabilirne il ruolo nel nostro sistema istituzionale, che deve affrontare
problemi drammatici come la pandemia, la guerra, la crisi energetica e del
clima, la crescente divaricazione sociale, la precarizzazione della vita di
milioni di lavoratori. Il Parlamento deve rappresentare le posizioni politiche,
culturali, i territori, le persone e deve interpretarle attraverso
l’approvazione delle leggi. I decreti del Governo sono ormai il 50% delle leggi
approvate. Sui decreti-legge viene posta la fiducia e vengono usati
maxiemendamenti per costringere il parlamento alla loro approvazione. Per
questo è indispensabile una nuova legge elettorale che dia più forza ai rappresentanti
delle elettrici e degli elettori: al Parlamento.
Una nuova legge elettorale può
aiutare anche i partiti a superare la loro grave crisi. Per queste ragioni
chiediamo una nuova legge elettorale subito.
Firmatari
Pietro Adami, Alessandra Agostino,
Mario Agostinelli, Andreina Albano, Silvia Albano, Cesare Antetomaso, Gaetano Azzariti,
Francesco Baicchi, Vittorio Bardi, Mauro Beschi, Maria Luisa Boccia, Giacinto
Botti, Maria Agostina Cabiddu, Roberta Calvano, Duccio Campagnoli, Carmen
Campesi, Giusy Clarke, Claudio De Fiores, Riccardo De Vito, Michele Della
Morte, Anna Falcone, Antonello Falomi, Antonio Floridia, Domenico Gallo, Alfonso
Gianni, Alfiero Grandi, Monica
Kleinefeld, Roberto La Macchia, Sergio Labate, Daniele Lorenzi, Silvia
Manderino, Giulio Marcon, Antonio Minisola, Filippo Miraglia, Tomaso Montanari,
Daniela Padoan, Francesco Pallante, Giovanni Palombarini, Vincenzo Palumbo, Pancho
Pardi, Maria Paola Patuelli, Livio Pepino, Antonio Pileggi, Jacopo Ricci, Maria
Ricciardi Giannoni, Giulia Rodano, Laura Ronchetti, Nello Rossi, Alessandra
Ruffini, Giuseppe Salmè, Geni Sardo, Mauro Sentimenti, Massimo Serafini, Emilio
Sirianni, Armando Spataro, Massimo Torelli, Margherita Torrio, Nadia Urbinati, Raniero
La Valle, Giulia Venia, Massimo Villone, Vincenzo Vita, Mauro Volpi.