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mercoledì 18 gennaio 2023

CI SOTTOVALUTANO, MA NON SIAMO CRETINI
 


E abbiamo la memoria lunga…
 
Siamo stati inondati di giudizi molto critici, molto ironici, ma anche molto pesanti, in merito alla cattura del boss mafioso Matteo Messina Denaro, il signor Andrea Bonafede… Ci limitiamo a pubblicare questi di alcuni nostri collaboratori. Gira già a sufficienza, in ogni dove, il video con le “rivelazioni” di Salvatore Baiardo a Massimo Giletti.
 
Adesso battono la grancassa e lo Stato si attribuisce meriti che non ha. Come per Provenzano, vogliono farci credere in una grande operazione di Polizia. Sottovalutano l’intelligenza degli italiani. La mafia, purtroppo, continua ad agire sotto varie forme e metodi. Compresi gli sporchi legami con lo Stato che, dai tempi di Andreotti, non sono mai stati chiariti. E la Meloni corre a Palermo…”.
Filippo Gallipoli, pittore
 
 
Tutto questo trionfalismo mi sembra fuori luogo e funzionale alla destra al governo, basti pensare ai decenni di connivenze e coperture di cui ha goduto il boss.
Franco Toscani, saggista
 
 
La figuraccia l’ha fatta lo Stato: dopo tantissimi efferati delitti e tanti decenni di latitanza, neanche il disonore delle manette! Ora tanto finto clamore intorno a questo arresto, ma fra non molto tanta reale delusione quando l’arrestato sarà soltanto costretto ai domiciliari, oppure sorvegliato a vista in qualche struttura ospedaliera con neanche un giorno di galera. Trent’anni sono troppi per un gioco a nascondino. A nessun al mondo sarebbe stato possibile senza la complicità di talune cariche assai in alto.
Nicolino Longo, aforista e poeta
 
 
La ricerca dei mafiosi è sempre stata una caccia al tesoro che dura trent’anni… 30 numero fatale. I 30 denari di Giuda. La guerra dei Trent’anni. 30 anni per il ritrovamento dei mafiosi. Ogni 30 anni una guerra…
Laura Margherita Volante, pedagogista e poeta
 
 
Messina Denaro non parlerà, il sistema è coinvolto nella sua lunga latitanza. Diciamo grazie ai giudici di Palermo e ai Carabinieri. La domanda è: ci sono ancora le squadre speciali che entravano nelle carceri per suicidare chi il giorno dopo avrebbe fatto nomi eccellenti? Io penso di sì. E questo Messina Denaro lo sa. Voglio dire, c’è ancora lo Stato parallelo che dalla nascita della Repubblica ha avuto in mano il nodo attraverso cui sono passati i mille fili che hanno insanguinato il Paese?
Saverio Lanza, opinionista