Femminista, antimilitarista, scrittrice,
sociologa, militante infaticabile, la turca democratica Pinar Selek è vittima
della repressione dello Stato turco, che la condanna all’ergastolo per un reato
che non ha commesso, ed è perciò costretta ad abbandonare nel 2009 la Turchia. Era stata arrestata nel 1998 per un lavoro di ricerca sulla questione
curda. L’accusa era di complicità con il PKK. Viene torturata perché rifiuta di
rivelare i nomi dei suoi interlocutori. In carcere viene accusata di un
attentato che non c’è mai stato, al Mercato delle Spezie. Assolta più volte e
più volte condannata, l’ultima sentenza emessa con mandato di arresto
internazionale ordina 25 anni di persecuzioni. Molto belli i suoi libri, voglio
qui ricordarne uno in particolare, La maschera della verità (Fandango
libri), nel quale ricostruisce un nazionalismo turco somministrato fin dalla prima
infanzia e che esprime odio per ogni minoranza. Èquesto il libro che ho
privilegiato nei miei regali e che consiglio di leggere. Qui sotto sono la sua
dichiarazione più il comunicato stampa allegato. [Silvana Barbieri]
Care amiche e care amiche, Ho appena letto la sentenza della Corte Suprema che mi
condanna non solo al carcere a vita, ma anche ad una persecuzione senza fine. È
una sentenza inaccettabile basata su falsi argomenti e prove falsificate di
tutto punto. Questo processo va avanti da 25 anni, la metà della mia vita. So
che ciò è un indicatore del male organizzato radicatosi in Turchia da molto più
tempo. É il riflesso della continuità del regime autoritario in Turchia e delle
sue configurazioni e disposizioni repressive. La sentenza iniqua fondata su
documenti falsificati è solo un tassello degli oscuri dispositivi messi in atto
in vista delle elezioni. Pochi giorni prima del recente assassinio di tre curdi
a Parigi, così scrivevo su Mediapart: “L'anno 2023 è prevedibile. In occasione
delle elezioni, assisteremo a nuove esplosioni o attacchi organizzati “dagli
invisibili”. Le inchieste collegate non porteranno mai a niente, come nel caso
del complotto di cui sono vittima”. Scrivevo anche come il travagliato
governo turco scateni la violenza attraverso una strategia della tensione e del
caos che trova radici nell’oscuro repertorio politico del Paese. Io sono un
piccolo “punto” nel più grande “quadro” della resistenza, ciò che si paga con
un prezzo elevato. Fino ad oggi ho resistito per non sottomettermi al dominio e
far fronte alla repressione, ma anche per continuare a creare e a lavorare
sulle mie ricerche, per riflettere profondamente ed in modo strutturato su come
agire e vivere al modo di una “formica fantasiosa”. Ve lo prometto, non mi arrenderò. Vi
abbraccio, Pinar
Comunicato Stampa Nuovo mandato di arresto contro la scrittrice e sociologa Pinar Selek Il 21 giugno 2022, l'agenzia di stampa
statale turca ha annunciato l'annullamento da parte della Corte Suprema della
Turchia della quarta sentenza di assoluzione di Pinar Selek pronunciata il 19
dicembre 2014 dal tribunale penale di Istanbul. Pinar Selek era stata
effettivamente già assolta nel corso di tre precedenti procedimenti penali,
avendo comunque dovuto subire 25 anni di persecuzione politica e giudiziaria.
Dopo averla imprigionata e torturata per le sue ricerche sociologiche sui
curdi, il potere turco ha deciso comunque di fare di lei “une terrorista”
fabbricando dal nulla elementi necessari per condannarla anche se è stato
ampiamente dimostrato che l'esplosione al mercato delle spezie di Istanbul del
1998 in cui il potere turco ha voluto implicarla era di natura accidentale. Sei
mesi dopo l'annuncio da parte della stampa dell'annullamento dell'assoluzione,
la decisione della Corte Suprema è stata notificata agli avvocati di Pinar
Selek il 6 gennaio 2023. Sei mesi d’attesa insopportabile e di nuova tortura
psicologica per Pinar Selek nell’ambito di una insopportabile parodia di
giustizia. Pinar Selek è ora anche l’oggetto di un mandato d'arresto
internazionale finalizzata alla sua immediata carcerazione, decisione resa
operativa ancor prima che un tribunale di Istanbul competente in materia possa
esprimersi sul fondo della questione essendo la prima udienza in materia
fissata per il 31 marzo 2023. Provvedimenti del genere, ridicoli dal punto di
vista legale e particolarmente gravi per la loro portata e conseguenze per
Pinar Selek, sono prese in un contesto di restrizione delle libertà e
moltiplicazione della violenza da parte del potere turco contro tutte le
minoranze e gli oppositori politici, soprattutto contro i curdi, che sia in
Turchia o in altri paesi. Le imminenti elezioni in Turchia favoriscono tutti i
diversivi politici e tutti i tipi di manipolazione da parte del potere turco. I
gruppi di solidarietà a favore di Pinar Selek rifiutano che lei sia ancora una
volta ostaggio di una politica iniqua che sfocia in una vera e propria farsa
giudiziaria. Rifiutano diventi anche la vittima collaterale della politica di
compiacimento dei Paesi europei nei confronti del regime autoritario e
liberticida che imperversa in Turchia. Chiedono a tutti i parlamentari e leader
politici che hanno testimoniato in questi mesi il loro sostegno a Pinar Selek
che agiscano con vigore per garantirle sicurezza e la protezione, appello
diretto in particolare allo Stato francese che ha doveri specifici nei
confronti di una sua compatriota. La nazionalità francese di Pinar Selek non è
sufficiente per proteggerla. Forti del sostegno di numerose personalità della
ricerca e del mondo intellettuale e culturale, i gruppi di solidarietà
rinnovano la domanda in particolare al Presidente della Repubblica Francese,
Emmanuel Macron, per un suo chiaro ed incondizionato sostegno a Pinar Selek, e
perché elabori una protesta ufficiale nei confronti del potere turco. Infine, i
gruppi di solidarietà invitano gli amici, gli artisti, gli accademici, gli
insegnanti e gli attivisti a raddoppiare i loro sforzi a sostegno di Pinar
Selek, nonché ad estendere le loro mobilitazioni a sostegno di tutte le vittime
del potere turco a ad organizzare delegazioni di osservazione all’udienza
prevista ad Istanbul il 31 marzo 2023 al fine di esigere verità e giustizia. Coordinamento europeo dei collettivi di solidarietà con Pinar Selek