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lunedì 2 gennaio 2023

ROSE DI CAPODANNO  
di Federico Migliorati


Un thriller-poliziesco vivace e in piena regola che lambisce i territori della psicologia e della psichiatria offrendo una visione ampia su alcuni dei drammi moderni. La scrittrice e curatrice abruzzese Caterina Falconi è in libreria con il suo recente Rose di Capodanno (Edizioni Vallecchi Firenze, 307 pagine, 18 euro) che si fa apprezzare per le tinte forti, a caratterizzare una vicenda in cui sono protagoniste in prima linea due donne in carriera e in qualche misura legate, la giovanissima ispettrice capo di polizia Vera Ferri (non priva tra l’altro di doti da narratrice) e il sostituto procuratore Manuela Travaglini. Il romanzo, dedicato a Mariano Sabatini ed aperto da un testo di Fedro, si sviluppa nella docile e dimessa Teramo: in un istituto di riabilitazione per malati mentali gestito da consacrate accade un fatto di sangue apparentemente inspiegabile su cui magistrato e inquirenti saranno chiamati a districarsi e con personaggi insospettabili che nascondono in sé devianze e responsabilità destinate a diventare sempre più chiare. Rose di Capodanno, titolo scelto per richiamare lo sviluppo della storia che si immagina snodantesi nei giorni a cavallo tra il 2017 e il 2018, fa luce inoltre una delle tragedie in continuo aumento, quella della violenza sulle donne. Sono diverse infatti coloro che si trovano coinvolte in vicende simili, in torbidi giochi da cui non sono aliene nemmeno alcune religiose. Morte, sesso, depravazioni, narcisismi patologici, volontà castrate, arrivismi, faide familiari: l’indagine di polizia si muove su terreni accidentati e complessi e solo grazie al fiuto della Ferri, che non mancherà di rischiare la sua stessa vita, e di alcuni suoi collaboratori si riuscirà a dirimere la matassa. In parallelo la voce narrante ci porta a conoscenza delle avventure sentimentali della stessa ispettrice, decisa a riprendere in mano la propria esistenza dopo un periodo buio, non senza qualche difficoltà di fronte all’egoismo maschile. Falconi racchiude nelle pagine, contrassegnate spesso da un linguaggio colorito e con un ritmo sostenuto, scorci pregevoli su una terra d’Abruzzo che ancora deve fare i conti con il terremoto da poco occorso pur mantenendo una sua algida bellezza (si prenda, ad esempio, la splendida pagina dedicata ad Atri, la “Regina delle colline”). Rose di Capodanno apre squarci di conoscenza su un mondo di silenzi e di sospetti, di intrighi e di maldicenze a cui è difficile sfuggire e non farsi risucchiare, mentre sullo sfondo i teramani si dedicano alle ultime feste del nuovo anno cercando di allontanare un poco le nequizie del nostro tempo.