Non si può più assistere inermi al massacro di
popoli e di risorse. Continuare
a fornire all’Ucraina armi sempre più letali che provocano morte e distruzione
ad assaliti e assalitori avviando l’intera Europa alla catastrofe del suo
declino definitivo, è cosa folle, suicida. La Russia di Putin è sì, la maggioreresponsabile, oltre qualsiasi dubbio con la sua pazza politica tardo-imperiale, ma l’Occidente
non ha mai mosso un dito per avvicinarla al resto dell’Europa unita, di cui pure
fa parte da sempre per cultura, per comuni interessi, per civiltà di impronta
contadina di cui tutta l’area europea è profondamente impregnata. In Russia da
secoli si sono sedimentate profonde presenze e influenze dell’arte, della
civiltà, della religione del resto dell’Europa, presenze e influenze che si
toccavano con mano già in ogni angolo dell’immenso ‘impero’ zarista. Capisco,
la drammatica esperienza stalinista, dopo la fine della Seconda guerra mondiale,
ha portato alla terribile guerra fredda, e gli Stati Uniti, specie dopo la
crisi di Cuba, si sono chiusi a riccio contro l’ideologia comunista
trascinandosi dietro quasi l’intera Europa occidentale: Francia, Germania, in
parte la Spagna, e soprattutto l’Italia in posizione di totale subalternità,
una subalternità che ancora oggi pesa sulle nostre spalle come un macigno: ad
oggi siamo infatti ancora una specie di protettorato americano: non si forma
governo senza previo benestare degli USA. Pazienza, è il prezzo che bisogna
pagare per essere stati liberati dalla pestilenza nazifascista, anche se sono
trascorsi ormai oltre settantacinque anni! Ma se questa è la condizione di
debolezza della nostra nazione, come mai Stati più forti, più ricchi e più
liberi come la Francia e la Germania non hanno lavorato da tempo per favorire l'inserimento dell’immensa realtà russa in una diversa politica di integrazione alle dinamiche
occidentali? Anche in questi mesi i due Stati, che rappresentano il motore
trainante dell’Unione europea, come mai non si sono fatte promotrici di forti iniziative
di pace e di dialogo fra le parti belligeranti? come mai non si accorgono che,
andando avanti con l’equivoco, conducono sé stesse e l’intera Comunità europea
alla rovina di una catastrofe definitiva? A questo punto, lo confesso, sento
proprio la necessità di affermare, mio malgrado, che le posizioni
dell’ineffabile Cavaliere nei confronti della guerra, sia pure di natura
prettamente strumentale ‘pro domo sua’, sono parimente da condividere
strumentalmente, se è vero, come è vero, che esse spingono comunque il discorso generale
al superamento dello stallo, in cui l’attuale maggioranza governativa naviga a
vista mentre invia acriticamente ancora armi e danaro per sostenere una rozza,
brutale, inumana macchina da guerra, che serve solo a protrarre morte e
sofferenza agli stessi ucraini prima che ai forsennati russi di Putin. Allora, se
è vero che la nostra nazione in questi ultimi mesi, in mano ai postfascisti,
conta ancora di meno tanto da non venire invitata nemmeno ad una miserabile
cena all’Eliseo, è tempo di prendere una seria di pace come lo stesso
Papa Francesco va gridando in ogni direzione. Cari amici cattolici, se ci siete
battete un colpo e forse non sarete soli; può darsi che anche la cosiddetta
Sinistra, ancora tanto distratta dalle pratiche di ‘pettinatura bersaniana’, vi
appoggerà con buona volontà.