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venerdì 10 febbraio 2023

LA NATO È NEMICA DELLA PACE
di Clara Reina


Molti dicono: la Nato ci protegge. Purtroppo no! La Nato è un rischio enorme, a livello mondiale e nostro nazionale. Ripercorriamone la storia. Dopo il lancio delle atomiche di Hiroshima e Nagasaki il Pentagono calcola che per distruggere la URSS basterebbero 200 bombe di quel tipo. Quando nel 1949 anche la URSS si dota di ordigni nucleari, nasce la Nato, e attraverso ad essa durante 40 anni di guerra fredda gli USA mantengono il dominio sugli alleati europei, usando l’Europa come prima linea nei confronti dell’avversario.
L’Italia è tra i membri fondatori con De Gasperi, secondo gli accordi segreti sottoscritti nel ’47 a Washington (in riconoscenza per gli aiuti dati nella Liberazione dal nazifascismo: aiuti che ci sono costati, e tuttora ci costano, cari.) Inizia così lo schieramento con basi e truppe con circa 700 armi nucleari dell’epoca.

Basi militari
 
Nel 1955 si forma in risposta il patto di Varsavia.
Fino al 1991 si accumula negli arsenali USA, URSS e di altri sette paesi una potenza equivalente a un milione di bombe di Hiroshima.
Con il dissolvimento del patto di Varsavia e URSS nel 1991 avrebbe dovuto cessare anche l’Alleanza Atlantica, rimasta senza controparte.
Invece è l’inizio di una serie di guerre, cui ovviamente partecipa anche l’Italia, violando costantemente l’articolo 11 della Costituzione, votate di volta in volta da qualsiasi governo al momento guidasse il paese: prova della sudditanza supina alle politiche statunitensi. Politiche che hanno sempre seguito la strategia del golpe globale: dovunque siano intaccati gli interessi USA, in stati geograficamente, culturalmente e storicamente distanti viene favorito un golpe per mettere alla guida un fantoccio amico. Succede in America Latina, Medio Oriente, Jugoslavia, Africa. Avrebbero gradito anche nella stessa Russia, in piena guerra, un cambio di regime che mettesse alla guida del grande nemico un loro uomo: ricordiamo la scorsa primavera ai tempi di Bucha, quando Biden parlava di Putin macellaio che non poteva restare al potere? Il Pentagono ha infatti diviso il pianeta in sei aree di responsabilità, ognuna affidata a un Comando Usa, per tenere tutto sotto controllo. Come se l’intero pianeta fosse sua colonia. È il piano egemonico dei neocons, per la supremazia mondiale.
Il primo conflitto post-guerra fredda è la prima guerra del golfo, a difesa del Kuwait annesso da Saddam, a cui segue subito l’ingerenza nella penisola balcanica: la Federazione Jugoslava deve essere smembrata. Puzza troppo di comunismo. Sfruttando le rivalità interne alle etnie viene bombardata pesantemente la Serbia usando uranio impoverito, causando migliaia di vittime civili e danni a lungo termine a persone e ambiente.
Contemporaneamente un vertice Nato rende operativo il nuovo concetto strategico: la Nato è trasformata da alleanza difensiva tra i paesi membri ex art. 5, in alleanza che impegna a condurre operazioni in risposta a crisi anche al di fuori dei paesi membri. Il Comandante supremo e tutti i comandi chiave sono nominati dal Presidente USA: Nato come protesi USA quindi.
Nel 2001 c’è l’invasione dell’Afghanistan, strategicamente importante fra Russia e Cina, per combattere il terrorismo in seguito all’11 settembre.


In blu la mappa della Nato

È poi il turno dell’Iraq, che avrebbe posseduto armi di distruzione di massa (prove poi risultate false). Baghdad e altre città sono messe a ferro e fuoco, con l’uso di bombe al fosforo e torture. Quindi è la volta della Libia, colpevole di voler creare una moneta panafricana in alternativa a dollaro e franco, basandosi sulla sua ricchezza petrolifera. I fondi libici sono congelati in Belgio vanificando il progetto. Vengono fomentati i dissidi tribali e armati gruppi islamici fino al giorno prima definiti terroristi. L’Italia straccia il trattato di cooperazione in essere. In sette mesi vengono sganciate 40mila bombe e missili. Le conseguenze durano tuttora, con ripercussioni sulle politiche energetiche e sulla immigrazione clandestina e una situazione del tutto instabile nel paese. In Siria, crocevia di distribuzione gasiera, viene favorita e finanziata l’ISIS, il cui capo incontra McCain, fintamente contrastata e in realtà appoggiata, finché nel 2015 interviene la Russia in difesa di Damasco. La guerra civile infuria e la situazione umanitaria resta gravissima per anni. Nel 2018 gli alleati bombardano pesantemente arsenali chimici, da cui sarebbero partiti attacchi, rischiando lo scontro diretto USA-Russia. In quelle zone i focolai sono continui e attualmente accendono l’Iran, che sostiene la Russia, e anche la Palestina, irritando Israele potenza occidentale che congiuntamente agli Stati Uniti medita (ed effettua) operazioni militari. E in Europa? Nonostante le promesse fatte a Gorbaciov, che la Nato non si sarebbe espansa ad est, in 20 anni si estende invece da 16 a 30 paesi, inglobando paesi ex URSS, quasi tutti i paesi ex patto di Varsavia e ex Jugoslavia. Lasciando da parte il caso particolare dell’Ucraina, sono candidate anche Georgia e Bosnia-Erzegovina e ora anche Svezia e Finlandia. La Russia si sente circondata. Su 27 paesi UE ben 23 sono così membri Nato, con una compenetrazione e identificazione tra le due organizzazioni.