Pagine

mercoledì 15 marzo 2023

CAPELLI AL VENTO
Poeti e oppressori. / 3

Elham Hamedi 

“Odissea” continua l’omaggio alla poesia iraniana di opposizione pubblicando testi di autrici ed autori costretti a vivere all’estero.
 
 
Elham Hamedi è nata nel 1967 in Iran - Shiraz. È unartista multimediale, poetessa e curatrice internazionale, membro permanente dellIranian Visual Arts Scientific Association, laureata in ricerca artistica presso la Yazd University. ha avuto diverse mostre personali e collettive in Iran e allestero.
 
“Cessate il fuoco”
 
Non sparatemi!!
‏volevo solo far scendere i miei capelli sulle spalle di un giardino
l’uccello cade dalle fessure della finestra
‏‎‏e il cuore del muro crolla nel pesante battito dell ansia
quando il tuo sparo geme nel mio cuore
 
Non sparatemi!!
‏la mia pelle voleva solo sentire un po’ di sole
le mie cellule stanche volevano nascondersi all’ombra di un fiore
volevano solo baciare le labbra dell’acqua
 
‏‎Non sparatemi!!
‏il capovolgimento può diventare una nuova creazione
un proiettile di piombo può essere come una palla da bimba
che gioca nel mio cuore
e questo sogno capovolto può essere il nostro sogno eterno,
che ora trova rifugio nei vicoli dell'infanzia
attraverso le strade del sangue.
 
Non sparatemi!!
i miei capelli malati sono morti anni fa
seppellisci i proiettili di piombo vicino ai miei capelli
forse nutriranno la terra
e un giorno palle di plastica cresceranno
conoscono la tecnica del gioco delle memorie
nei capelli delle bambole.

[Traduzione dall’inglese di Antje Stehn e Mari]
 

 

Fatemeh Ekhtesari

Fatemeh Ekhtesari, è nata in Iran, poeta, scrittore e regista freelance. Alcuni dei suoi scritti in Iran l’hanno messa nei guai e il governo l’ha condannata a 11,5 anni di prigione e 99 frustate. Vive in Norvegia dal 2017 come scrittrice ospite. Ha pubblicato dieci libri tra poesie, raccolte di racconti e romanzi.

 Non è una donna


Non è una donna, è un viola a voce sommessa
ed è un silenzio assordante
È una pozione di disperazione e magari
nelle vertigini della mente cosciente
Non è una donna, non è un uomo, è strano
è un desiderio sulla croce
è una manciata di pietre in tasca
Caduto una notte dal centro della luna
non è maschio-femmina, il suo genere è vento
Un verbo tra “caduto” e “rialzato”
È un ghul, libero dalla sua stessa lampada
e imprigionato in un pozzo
Ha varcato i confini del corpo
ha stracciato il concetto di “diventare”
ha accorciato l’ombra della donna
dietro un “io” egoista
Non è straniero, appartiene alla terra
non è un dubbio, ma una certezza assoluta
a ogni chiamata improvvisa, è una mina
nascosta nel bel mezzo della via
È un precipizio in fondo al mondo
È un vulcano dentro il mare
È una fossa comune solitaria
È una poesia che termina in “ah”.


[Traduzione di Antje Stehn]