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domenica 5 marzo 2023

GUERRA RUSSIA-NATO
di Luigi Caroli

Biden - Zelenkky
 
E se fossero gli americani all’ultima spiaggia?
 
Stanno facendo la guerra in Ucraina per preservare il loro primato in declino.
Da quando? All’incirca dal 2001. C’era ancora Bush e, quando - nel 2009 - passò lo scettro a Obama gli raccomandò: “Fai attenzione alla Russia”. È in Ucraina che si sta giocando la prima partita per il futuro dell’umanità. Lo scontro con la Russia determinerà se l’integrazione economica globale si svilupperà in un sistema multipolare o se l’“ordine basato sulle regole (messe da loro)” riuscirà a sconfiggere qualsiasi oppositore a un modello centrato - apparentemente - sull’Occidente. Ma dove finisce l’Occidente? Sulla costa atlantica! La U.E. non conta niente. Germania e Francia hanno curato i loro interessi e l’accozzaglia dei 27 Paesi, non riuscendo a mettersi d’accordo sulle questioni più importanti, non è in grado di controbattere. Esegue gli ordini (ancorché sbagliati) degli Stati Uniti. La Germania ondeggia tra USA e Cina, ma il suo primato in Europa non ha peso a livello mondiale. Russia e Cina sono le sole minacce per l’egemonia statunitense. L’obiettivo degli Stati Uniti è evidente per un cieco ma non lo è per le giovani commissarie U.E. che fingono di decidere e per i vecchietti rincoglioniti che fingono di comandare. Contano zero a livello mondiale e si rallegrano con grilli e vermi arrostiti da servire a tavola. Un’ egemonia regionale condivisa in Europa rappresenterebbe una concentrazione di potere abbastanza grande per minacciare gli interessi degli USA e tutelare, almeno in parte, i nostri interessi. Ma i governanti adorano la mansione di cameriere ottimamente retribuito. Dal punto di vista della strategia geopolitica, l’Europa conta molto meno dell’Eurasia. Compie un grossolano errore chi sostiene che il rafforzamento (con una spesa superiore ai 1000 miliardi di dollari) delle forze armate statunitensi nel 2022 sia stato una “risposta all’aggressione russa in Ucraina”. I “veri” piani di guerra il Pentagono li ha fatti contro la Cina. 


Putin

Gli USA vedono la sottomissione della Russia come un “trampolino di lancio” irrinunciabile per entrare in conflitto con la Cina. Il loro vero competitor.
Il piano USA è chiaro: indebolire la Russia, far cacciare dai cittadini russi il loro capo, impadronirsi di buona parte delle loro immense risorse naturali, contenimento della Cina. L’escalation dell’aggressione in Ucraina, autorizzata da Obama nel 2014 su sollecitazione dei fabbricanti di armi, è stata un “colpo di fulmine” per contenere i centri emergenti del potere economico e preservare la posizione USA in declino a livello mondiale. Evidenziato anche dal maldestro ritiro dei soldati americani dall’Afghanistan. Con il pretesto dell’aggressione russa non provocata la guerra è stata un disperato tentativo degli USA di difendere la loro vacillante egemonia globale. Nel 2022, nemmeno per un attimo Biden ha pensato alla pace. Lo scontro è tra gli oligarchi occidentali “guerrafondai” (che controllano i media e l’establishment politico degli USA) e le economie emergenti che utilizzano il sistema di mercato per collegare i loro manufatti col maggior numero possibile di Paesi nel mondo a mezzo di: alta velocità, infrastrutture, sviluppo cooperativo (un probabile sogno).
Nel 2013 i cinesi hanno costituito la BRI (Belt and Road Iniziative). È il più grande programma industriale mai realizzato al mondo e 150 Paesi hanno già aderito. La BRI è “economia di mercato senza politica”. Ma solo il futuro potrà svelarci in che misura è realizzabile. I venali oligarchi statunitensi non hanno progetti di questo genere. I profitti dei parassiti miliardari provengono da “riacquisto di azioni proprie”, “evasione fiscale” e “truffe sul debito”. Non avvantaggiano nessuno tranne loro. Trasferiscono gran parte delle ricchezze della Nazione nei loro stracolmi depositi bancari. Ultimamente, per aumentare le loro enormi ricchezze hanno scelto la sanità. Accrescendo così il loro potere politico e restringendo ulteriormente la libertà della popolazione. Se il trattamento riservato dagli USA ai cinesi può interessare - relativamente - gli italiani, c’è un altro Presidente (di Obama vi ho già detto) che ha procurato a noi (e ad altri Paesi) grossi guai finanziari? Nixon, nel 1971, abolendo la convertibilità del dollaro in oro. Qual è l’ultima trovata di Biden (è stato il vice di Obama)? Inondare di dollari - grazie a Nixon può stamparne quanti ne vuole - gli imprenditori italiani che decidono di trasferire negli USA i loro impianti produttivi. Biden ha stabilito: “Compriamo solo da chi produce negli USA”! 


Richard Nixon

Trasferendosi, potranno anche comprare il gas a metà prezzo. Attualmente gli americani ce lo fanno pagare il doppio di quanto ci chiedevano i russi. Russi che compravano molto da noi. Per utilizzare il gas di Biden siamo costretti a costruire - in fretta e furia - impianti che tra 24 mesi potrebbero risultare inutilizzabili per sempre. L’Italia si accinge a perdere almeno un milione di posti di lavoro. Li perderanno anche Germania (400 mila) e Francia (200 mila). La Meloni torna ad abbracciare il complice di Biden. In silenzio e sorridendo. Tornerà presto a gridare a squarciagola esercitando una professione a lei più consona. Senza Nixon, gli statunitensi avrebbero già le pezze al culo. Zelensky ha appena licenziato l’ennesimo ministro trasferendolo, per punizione, ad altro ministero*. Quasi tutti i ministri sono stati sorpresi con le mani nel sacco in cui ci sono anche i nostri risparmi.
 
*Mentana su LA7 ha detto che non è vero.