Anch’io sono nato per
volontà del Duce! Sì, mio padre, prima di essere arruolato e mandato
al fronte, contrasse matrimonio con mia madre con una certa fretta per evitare
l’odiosa tassa sul celibato. Il Duce, per promuovere la crescita demografica,
con R.D. n° 2132 del 19/12/1936 aveva imposto una gabella, di varia entità in
base all’età, a tutti gli scapoli fino ai 66 anni. E mio padre, insofferente a
tale sopruso ma anche perché non aveva nemmeno la somma occorrente per pagare
l’imposta, decise di accelerare le nozze prima di partire come soldato alla
volta di Fiume, e la povera mia madre mi diede alla luce senza la presenza
dell’amato marito, come del resto capitò ad altre migliaia di giovani in quegli
stessi anni. Anche oggi, mentre governano i cari pronipoti di quel medesimo
Duce, è curioso apprendere che il Governo, con atto più magnanimo, per
incrementare la medesima ‘razza italiana’, invece di imporre nuovamente una
tassa agli scapoli, vuole premiare con danaro tutti coloro che si metteranno al
lavoro per ‘costruire figli’. Cambiano i tempi ma la musica è sempre la stessa!
Settanta anni fa il fascismo voleva risolvere la grande miseria del Paese con
l’autarchia e l’incremento demografico, accompagnati da politiche di
aggressione coloniale che portarono definitivamente alla rovina l’intera
nazione, e favorirono la nascita del nazismo in Germania, il crimine, questo,
più odioso di cui la storiografia ufficiale ha sempre discusso poco, troppo
poco! Oggi il populismo di sempre, quello stesso su cui si appoggiò il fascismo,
è cavalcato dalla nuova Destra, che è un crogiolo di intricati interessi, che
per decenni si sono sedimentati attraverso attentati e stragi come quella della
stazione di Bologna, i cui mandanti non verranno probabilmente mai
identificati. Così, attraverso un clima di tensione e di paura la Destra, con
politiche contraddittorie, che cavalcano europeismo e nazionalismo, povertà
sempre più diffusa e ricchezza sempre più concentrata in poche mani, si è
imposta come forza egemone, che guazza nel malcontento e nella confusione di
piazza, agevolata da decenni di politiche rinunciatarie, mute e completamente
assenti della Sinistra e del Sindacato non solo nelle piazze ma anche nei
luoghi di lavoro, nelle periferie e nei quartieri più poveri delle grandi
città. Da qui la distruzione sistematica dello stato sociale, portata avanti da
decenni da quasi tutti i Governi con politiche truffaldine: tagli alla scuola
pubblica, alla sanità, blocco ai salari e a nuove assunzioni con conseguente
chiusura di servizi essenziali ai bisogni primari dei più deboli. Tutto questo
nei dibattiti dei media è diventato solo spettacolo, in cui i soliti attori
recitano la loro parte, magari facendo finta di azzannarsi per rendere più
interessante e credibile la pantomima. Questo però è un gioco molto pericoloso
perché può innescare alla lunga violenze e rifiuto sistematico di ogni regola
del vivere civile con le conseguenze che ognuno può immaginare!