Adifferenza della Pulzella d’Orleans che riuscì a capovolgere le sorti di una
sanguinosa guerra tra Francia e Inghilterra quella nostrana della
Garbatella non riesce a risollevare le sorti del barbigero Zelenski nella
guerra russo-ucraina, combattuta dai neo-nazisti all’interno del loro
stesso movimento di rinascita in Europa (Wagner versus Azov). Dato
però il suo ardore guerrafondaio, la giovane donna italiana, vanto degli
abitanti della nota periferia popolare
romana, memore del fatto che è un’italica
consuetudine sia quella di scegliere sempre
gli alleati sbagliati all’inizio di ogni contrasto che può sfociare
in un conflitto bellico (la Triplice Intesa ai primi segnali della prima guerra
mondiale e l’Asse con Berlino per la seconda) sia quella di abbandonare i perdenti,
per passare, senza alcun vero vantaggio dalla parte dei vincitori, ha già fatto
la sua scelta. Si
è schierata con gli Stati Uniti d’America, (preoccupati di perdere i propri
rifornimenti di microchip in vista di una riunificazione di Taiwan con la Repubblica
popolare cinese) e ha abbandonato il progetto della via della Seta, per il
quale pur si era impegnato il suo ministro “leghista” (fuori, cioè, del
“cerchio magico”) Giancarlo Giorgetti. A
differenza del suo “antico” predecessore (come Capo del Governo) che
fu costretto a mostrare all’alleato Hitler carri armati di cartone
pressato, Georgia Meloni per intimorire la nemica Cina ha inviato nel mare
intorno a Taiwan una portaerei vera con minacciosi aerei e ha definito il
Mediterraneo non più “mare nostrum” ma “allargato”. Ovviamente i tempi oggi
sono diversi da quelli di allora. La nostra Presidente del Consiglio non
ha bisogno né di cambiare il suo dress code, perché i pantaloni li porta
già d’abitude, né di affermare di avere parlato con Dio, perché le basta
dire, per essere salvata da ogni condanna, di avere ricevuto ed
eseguito un ordine di Joe Biden padrone assoluto della NATO, suo nuovo e
irresistibile amore.