Attraversi
una strada, ed è un altro mondo. Via della Colonna, lato destro, oggi. Liceo
scientifico “Guido Castelnuovo”. Esattamente dirimpetto al classico
“Michelangiolo”. Si può dire? Un’altra atmosfera. Se c’è uno spirito del tempo,
quello che i tedeschi chiamano ‘Zeitgeist’, allora forse ce n’è uno anche dei
luoghi, quello che latinamente chiamiamo ‘genius loci’. E il ‘genius’ di
stamani, lato destro di via della Colonna, mi è parso diverso da quello libero,
allegro, maturo, sperimentato venerdì davanti al “Michelangiolo”.
Impressionante anche il modo in cui ho visto i ragazzi gestire qui i ritardi:
in affanno, letteralmente correndo. Mai
generalizzare, però! Ho
trovato davvero utile e saggio, per esempio, il suggerimento che questo allievo
mi ha proposto a proposito del cartello che portavo sulle spalle, invitando a
firmare per il referendum contro l’invio di armi sul teatro di guerra in Europa
orientale. ‘Io sono d’accordo con lei!’, mi fa. ‘Ma le sembra il caso dove il
90 per cento delle persone, in quanto minorenni, non potrebbero esercitare
questo diritto?’. ‘Intanto
però serve per discutere, per parlarne’, replico. Su questo concorda. E mi
complimento con lui per la sensibilità che dimostra. Però, è vero, si può far
meglio: il messaggio ai ragazzi dovrebbe essere più diretto, più concreto. Ci
penso. ‘Non
ce la fanno più stare, là?’, e indica l’altro lato della strada. A quanto
pare questo ragazzo si riferisce allo scambio vigoroso con quel prof. ‘pubblico
ufficiale’ che aveva minacciato di chiamare i Carabinieri, venerdì. ‘No,
è che ci sono bell’e stato: cambio! Perché? Hai visto la scena dell’altro
giorno?’ ‘Certo
che l’ho vista!’ Ci
consoliamo ridendo. ‘Guardi,
quello…’ ‘Eh!
me l’hanno detto. È un po’ particolare.’ ‘È
famoso!’ ‘Eh,
sì, s’è visto. No, no, io ora sto girando un po’ le varie scuole, per mettervi
in guardia su questa storia della scuola 4.0, che è pericolosissima.’ ‘Sì,
sì, ho letto’ ‘Fra
l’altro ci sono un paio di scuole, una a Roma e una a Varese, che si stanno già
opponendo. Non vogliono i soldi del PNRR per riempirsi di questa robaccia. Non
obbediscono alla trasformazione dell’uomo in macchina. Perché alla fine è
questo quello che vogliono! Tu sei qui al Castelnuovo?’ ‘No,
io sono al Michelangiolo.’ ‘Non
lo so: penso che in questi giorni scriverò a tutti i presidi per chiedere che
sia data l’opportunità, alla nostra associazione, di incontrare i ragazzi
dentro la scuola. Incontri laici, a più voci, dove ognuno dica la sua, giusto
perché possano sentire anche dal mondo esterno dei punti di vista diversi. Ho
già scritto da un pezzo al Machiavelli, al Marco Polo, al Pascoli. Ma per ora
non rispondono’. ‘Coraggio!’ ‘Buona
giornata!’
E
poco dopo lo vedo che sta per entrare nel Liceo, lupus in fabula, l’amico prof.
Ci intercettiamo con lo sguardo e gli lancio un sorriso. Che non mi sembra
ricambi. Adesso
è un allievo del Castelnuovo delle ultime classi, che mi chiede: ‘Si
può firmare il referendum?’ ‘Sì,
ma sei maggiorenne? E hai un documento di identità?’ ‘Sì,
ma prima vorrei capire meglio diche si tratta’. ‘Certo,
hai ragione. Aspetta che tiro fuori dallo zainetto il testo del quesito’. Ci
interrompe quest’altro studente: ‘Sa,
devo dirle una cosa: quel professore, sa, che si e è messo a discutere con lei,
l’altro giorno? Mi ha detto che ha fatto la denuncia. La volevo avvertire…’ Il
tono è amichevole e solidale. Che caro! ‘Ah,
grazie, grazie! Tu sei del Michelangiolo?’ ‘Sì’. Lo
rassicuro: ‘No, no, non c’è problema’ ‘Volevo
dirglielo, perché se…’ Lo
ringrazio di nuovo. Voglio
pensare che abbia semplicemente raccolto una voce. A volte i ragazzi
drammatizzano. Perché sono puliti, sono seri, hanno il senso della giustizia
innato. Intanto ho recuperato il testo del quesito referendario per lo studente
del Castelnuovo, e glielo spiego. È dei due sulla guerra, quello che mi sembra
più efficace, quello promosso da Enzo Pennetta. C’è anche un gruppetto di suoi
compagni che ascolta. Ma, deve ancora pensarci. E ci salutiamo. Ultime
brevi considerazioni. Anche
qui, un bel po’ di insegnanti si rifiuta di accettare il messaggio scritto sul
volantino. Uno addirittura, un mio vecchio amico, mi accoglie con un ‘Ma dai, a
quest’età manifesti? Che cos’è?’. Spiego.
Non commenta. Aggiunge solo speranzoso un ‘Presto vado in pensione!’ Che
ritornello, questo della pensione! Me li ricordo, gli ultimi anni di scuola in
sala insegnanti. Dove non si parlava che di pensioni, trasferimenti,
avvicinamenti.
Non
particolarmente calda l’accoglienza dal secondo studente in ordine di arrivo di
buon’ora: ‘Peggio della Mediolanum!’ ‘Come?’ ‘Siete
sempre addosso, qua! Peggio della Mediolanum!’ ‘Mediolanum?’ ‘Mediolanum:
la banca che ti chiama…’ ‘Ma
io… non ti vendo nulla!’ ‘Eh?’ ‘Non
ti vendo nulla’ ‘Ho
capito, ma siete sempre qua! Ogni giorno vedo sempre persone che cercano di
darci ’sti volantini’. L’unica
altra volta che sono stato qui era a marzo. E si parlava d’altro:
la ‘lettera aperta ai presidi ‘antifascisti’ di Firenze’. ‘Ma
l’hai letto, per lo meno?’ ‘Son
sempre le stesse cose’ ‘Forse
potresti approfondire, forse non guasterebbe. Giudicare prima di conoscere non
è mai una bella soluzione. Però, padrone! per carità’.
Con
un adulto (non so se insegnante o altra mansione) è stato invece gradevole
poter quanto meno condividere un sentimento di responsabile preoccupazione per
la grandine normativa che sta arrivando. ‘Questa nuova scuola quattro punto
zero rischia di essere molto pericolosa per i ragazzi. Si diventa tutti
macchine. Soprattutto, ci viene chiesto di insegnargli a diventare macchine…’ Non
si è sviluppato un ragionamento, ma per lo meno ha ascoltato, annuendo.