Il
tessuto connettivo sociale dell’affettività nel vuoto dell’educazione. Molte
donne vengono uccise da narcisisti e da soggetti disturbati e malvagi, una vera
e propria sindrome di Hannibal. Poi sta crescendo una dissociazione della
personalità, per cui sesso e amore prendono strade diverse. Nella subcultura
esiste "amor sacro e amor
profano", per cui la moglie per far figli e le amanti per sfogare gli
istinti e le passioni sessuali. Oggi la perversione è l'estremizzazione di una
società malata e deviata, e la ricerca dell'estremo in ogni attività è
considerata arte oppure è per
superare la noia di soggetti deboli, viziati e viziosi. Il grave è che tutto
questo passa come normalità, come bere enormi boccali di birra, assumere sostanze
fino allo sballo, sesso violento e di gruppo. Un vero malcostume attraverso un fenomeno
sociale, diventato ingestibile, i cui modelli tramite i media e i social attirano
adolescenti, per lo più soli e depressi. Inoltre sempre più i genitori, i primi
educatori, rimangono adolescenti e mi chiedo, come può una adolescenza indeterminata
e interminabile diventare genitorialita? I compiti di sviluppo della psicologia
sociale e gli stadi di Piaget sono ormai senza data. Con questa premessa quale
linguaggio della convivenza si afferma, dunque, nell’attuale complessità dei
rapporti interpersonali e nelle dinamiche comportamentali in famiglia, sul
lavoro e nel tessuto connettivo società? Un assassino uccide la fidanzata incinta
di sette mesi. I media commentano questo grave crimine nei confronti di una
donna, turbando le coscienze di tutti e molti senza parole per l'assurdità di
tale gesto freddo e meditato. I criminologi concordano nell'inquadrare il
soggetto nella sindrome narcisista spietata e manipolatrice. Da
tempo la società invia segnali inquietanti di mostruosità da parte di maschi
disturbati, dall'aspetto seducente e da comportamenti seriali. Allora c'è da
chiedersi se non sarebbe opportuno con emergenza di occuparsi del genere
maschile e sulle radici di questo malessere sociale evidente. Continuano invece
i dibattiti sulle donne uccise o sfigurate dell'acido, senza un cambiamento di
modalità di approccio al problema. Gli esseri umani vivono apprendendo il
linguaggio nel fluire della convivenza. Questo è un dato scientificamente
teorizzato e allora mi chiedo perché non si cerca di modificare il linguaggio,
i cui retaggi sono atavici? Ad esempio la parola "protezione" è un termine che ci riporta al linguaggio
mafioso, i cui rapporti sono regolati da una piramide di principi basati da
sudditanza e privilegi. Il
linguaggio si perde nei generi pensando alla pari dignità... intanto le donne
continuano a morire per mano di maschi che ne esercitano il controllo come se
il corpo della donna fosse un territorio di proprietà. Alessandro Manzoni si
pose il problema della lingua, intuendone l'importanza per eliminare dubbi o
interpretazioni a seconda del contesto culturale. Naturalmente il suo obiettivo
era di formare una lingua comune unificatrice, per creare armonia e presa di
coscienza popolare. Oggi lo spunto deve condurre verso altro orientamento per
la formazione di un linguaggio culturale e sociale democratico, ove il pilastro
intorno a cui dibattere è il concetto di persona. La donna è una persona, che
non ha bisogno di paternalismi ma di poter vivere per il diritto sacrosanto e inalienabile
di persona libera, unica, originale, irripetibile,le cui scelte siano di responsabilità propria
e non per dominanza altrui.