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lunedì 19 giugno 2023

ERASMO
di Franco Toscani
 

5. La sacralizzazione della guerra e la sua strumentalizzazione religiosa.
  
In Dulce bellum inexpertis si afferma perentoriamente che, quando si comincia con l'ammazzare animali e usare crudeltà contro le altre specie viventi, si finisce con l'ammazzare senza tante remore pure gli uomini. Nella storia umana, col progredire della civiltà gli impulsi aggressivi si affinarono e armarono d'intelligenza, s'inventarono armi di ogni tipo, si formarono scontri collettivi, crebbe la protervia, scoppiarono guerre fra città, province e nazioni. Con la formazione e la crescita della "cultura della guerra" e delle sue tecniche, s'accompagna quasi sempre la contemporanea crescita della disumanità, dell'ingiustizia e della crudeltà (cfr. AD, 216-219). Sempre di più, non la fama o la gloria (laus) divenne lo scopo della guerra, ma il sordidum lucrum ("sordido guadagno") o etiam sceleratius aliquid ("qualcosa di più vergognoso ancora", cfr. AD, 220-221). Ancora una volta la filosofia, ossia il genuino amore per la saggezza e per la sapienza può soccorrere e costituire un potente antidoto contro la guerra. Erasmo si richiama infatti al sapientissimus Pitagora che, cum philosophico commento (con una invenzione o con un espediente filosofico), aveva cercato di distogliere la moltitudine dall'uccidere animali, intuendo che l'abitudine di versare il sangue delle bestie innocue avrebbe portato facilmente a versare anche sangue umano. I potenti, però, considerano deliramenta (farneticamenti) queste sagge riflessioni filosofiche che reputano la guerra nient'altro che un commune homicidium (omicidio collettivo, di gruppo) e un latrocinium (brigantaggio) infame ed esteso. Ciò accade perché non di rado i potenti si montano la testa, si sentono al livello di Dio, onnipotenti e infallibili, ma essi non sono in realtà neanche a livello dell'uomo, in quanto molto spesso privi di ogni dignità e dediti ai loro interessi particolari (cfr. AD, 220-221). Erasmo è letteralmente indignato dall'imperversare della guerra e dal fatto che essa - che è essenzialmente diaboli regnum, res plusquam tartarea (iniziativa superdiabolica) - viene sostanzialmente accettata, considerata normale, addirittura ritenuta pure santa; essa che pone i cristiani contro gli altri uomini e contro gli stessi cristiani, con una ferocia e una crudeltà che superano quelle dei pagani e dei barbari (cfr. AD, 222-223). La guerra viene dunque sacralizzata e strumentalizzata persino religiosamente: nel 1512, ad esempio, il papa Giulio II scomunicò con una bolla tutti coloro che erano al seguito del re di Francia Luigi XII e garantì l'assoluzione a tutti coloro che - come il re d'Inghilterra Enrico VIII e il suo esercito - presero le armi contro il re di Francia; il papa garantiva poi l'indulgenza plenaria a coloro che servivano sotto Enrico VIII e pure a tutti quelli che provvedevano alle spese di spedizione.



Oggi è certa l'attribuzione ad Erasmo del dialogo Iulius exclusus e coelis (Giulio escluso dai cieli, 1517), rimasto a lungo anonimo; è la storia di Giulio II, il papa guerriero e privo di scrupoli, avido di potere e di ricchezze che, una volta morto, cerca di varcare le porte del Paradiso, ma viene respinto da san Pietro, perché Giulio II possiede solo la potentiae clavis ("chiave della potenza") e non la scientiae clavis ("chiave della scienza"). Con papi come Giulio II la religione diviene instrumentum regni, viene elaborata una vera e propria ideologia e cultura della guerra, che utilizza in senso politico-propagandistico e militare (come avvenne durante la guerra della Lega Santa) gli stessi testi sacri, come il Libro dei Salmi (il Nostro fa l'esempio della strumentalizzazione in senso filo-bellico di Sal 91, 5-13). Viene distorta in senso blasfemo la parola dei profeti. Certi vescovi, teologi e monaci offrono ben altro che la formula di saluto sacerdotale Pax vobiscum! si riempiono anzi la bocca di sermoni belligeranti e Gesù Cristo viene da essi coinvolto in un'impresa diabolica, portata avanti nel segno della Croce (cfr. AD, 222-223).